Welfare innovativo

Per il quarto anno consecutivo Eni si riconferma l’azienda preferita dia neolaureati italiani. Lo conferma la classifica dell’indagine Recent Graduate Survey, elaborata sulla base die dati raccolti da Cesop attraverso 2500 questionari.
Tra i suoi obiettivi, la Recent Graduate Survey analizza il gradimento dell’impresa come luogo di lavoro – Best Employer of Choice – vale a dire in quale azienda vorrebbero andare a lavorare i neolaureati. A questo scopo sono state prese in esame 153 aziende tra le principali realtà imprenditoriali operanti in Italia.

Gli impiegati ancora legati all'ufficio rappresenteranno presto una sparuta minoranza. Non solo. Il 48% di loro lavora già in remoto per almeno la metà della propria settimana lavorativa. È quanto emerge da un'indagine condotta, su più di 26.000 dirigenti aziendali in 90 paesi, da Regus, fornitore globale di spazi di lavoro flessibili, che ha aderito e sostenuto l'iniziativa promossa dal Comune di Milano della “Giornata del lavoro agile”.

In Italia, infatti, la metà dei dirigenti (il 47%) lavora in modo flessibile per almeno metà settimana e il 76% delle aziende italiane ha registrato un aumento della produttività a seguito dell'adozione di pratiche di lavoro agile, come la facoltà dei dipendenti di scegliere dove e quando lavorare. I vantaggi derivano probabilmente dal fatto che il 66% degli intervistati afferma di sentirsi più attivo e motivato con il lavoro flessibile. E l'esperienza del lavoro flessibile può avere un valore particolare per i giovani. Il 25% degli intervistati in Italia ritiene che i giovani dipendenti siano maggiormente responsabilizzati dal telelavoro. Inoltre, il lavoro flessibile sta creando un nuovo tipo di interazione tra i capi ufficio e i loro sottoposti: il 23% degli intervistati ritiene che la supervisione a distanza aiuti a mantenere un rapporto più professionale. 

Un po’ alla volta e con incedere più incerto rispetto ad altri paesi anche l’Italia prova a stare al passo con i tempi in ambito lavorativo; è stata recentemente presentata una proposta di legge che regolamenta il cosiddetto Smart Working, una nuova visione di lavoro che tiene conto delle gravi contingenze attuali (la crisi economica d’altra parte non è un’invenzione ed il lavoro scarseggia sempre più) oltre che degli innegabili passi in avanti che la tecnologia continua a fare. 
Unendo questi due fattori si arriva a teorizzare una visione del lavoro diversa, nuova ed in grado di offrire maggiori opportunità; lo smart work è un concetto di lavoro flessibile, che si basa sul supporto delle tecnologie informatiche per aprire nuovi spazi. Il lavoro viene quindi slegato dal concetto di spazi e tempi prestabiliti a tavolino; l’ufficio può tranquillamente essere la propria abitazione così come i tempi possono essere decisi in piena autonomia e flessibilità.   

Secondo i dati dell`"Osservatorio Smart Working", School of Management del Politecnico di Milano, nonostante timidi segnali positivi, il nostro Paese, in tema di telelavoro, è in ritardo rispetto al resto dell`Europa. I telelavoratori sono aumentati dell`8%, con un`azienda su tre che entro il 2015 consentira` ai dipendenti di utilizzare smartphone, tablet e notebook a scopo lavorativo. Nell`adozione di questo sistema di Smart Working, pero', l`Italia si pone al 25° posto su 27 Paesi europei, forse anche a causa di una legislazione che non ha fornito strumenti e stimoli alla sua diffusione.