Welfare innovativo

A scatenare il big bang nella gestione del capitale umano ci sono le tecnologie e l’affermarsi del cloud computing che consentono di operare in remoto con notevoli risparmi per le aziende.

Abitare l’ufficio e lavorare da casa o al bar. Benvenuti nel pianeta dell’impiegato 3.0, nel nuovo universo della mobilità produttiva e di Internet delle cose. A scatenare il big bang nella gestione del capitale umano ci sono le tecnologie digitali e l’affermarsi del cloud computing, che consentono di operare in remoto, anche molto lontano dal quartier generale, ma con gli stessi strumenti a disposizione del luogo di lavoro. La classica tipologia dell’ufficio dalle “9 alle 5” sta lasciando posto a un luogo di lavoro virtuale, ben rappresentato dallo smartphone accessibile 24 ore su 24, e all’utilizzo di temporary office. Negli anni Trenta, l’ufficio del futuro, immaginato, ma mai realizzato, dallo scienziato Vannevar Bush, si chiama Memex, l’espansione di memoria. L’idea si basa sul fatto che la tecnologia e la conoscenza scientifica corrono più veloci delle capacità umane di conservare, trattenere e archiviare tutti questi cambiamenti. Secondo alcuni il Memex, una sorta di calcolatore analogico a forma di scrivania, sarebbe l’anticamera del Pc, per altri è l’embrione del world wide web e del grande magazzino del Cloud. Sta di fatto che quell’ufficio del futuro oggi è realtà. E grazie alle nuove tecnologie è tascabile. O anche indossabile, con i nuovi wearable devices. Insomma tutto è pronto per la rivoluzione degli spazi di lavoro all’insegna della flessibilità e della mobilità. E dell’hi-tech digitale.

Giuliano Poletti è il nuovo responsabile del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del Governo Renzi.
Si tratta di una nomina inaspettata che porta al Ministero di Via Vittorio Veneto un uomo che si discosta dalle personalità che negli ultimi anni hanno rivestito tale incarico.
Poletti ha una formazione , caratterizzata da molta economia reale, tanto contatto con il territorio e con chi vive quotidianamente i problemi e i drammi della crisi.

Pubblicate le linee guida per la valorizzazione delle politiche territoriali di conciliazione famiglia-lavoro per il biennio 2014-2015.

Considerati i risultati conseguiti in via sperimentale dalle reti territoriali nel triennio 2011-2013 e la loro importanza strategica per la diffusione della cultura della conciliazione famiglia-lavoro, la Regione Lombardia ha deciso di proseguire e investire su questa linea di intervento. Le strategie della Regione sono contenute nella DGR X/1081 emanata il 12 dicembre 2013

La delibera ribadisce la volontà della Regione di investire sul tema della conciliazione famiglia lavoro, congruentemente sia alle politiche promosse in questo senso a livello europeo e nazionale, sia in continuità con quanto già previsto nelle scelte regionali per quanto concerne tanto le politiche per la famiglia quanto quelle per lo sviluppo e il mercato del lavoro.

Le “Linee guida per la valorizzazione delle politiche territoriali di conciliazione famiglia-lavoro e delle reti di imprese 2014-2015” (allegato A alla delibera) pongono le basi per la definizione delle nuove strategie territoriali di intervento, individuando gli elementi centrali del programma. Presentiamo qui di seguito una breve sintesi dei principali contenuti della delibera e della linea guida, aggiungendo, in conclusione, alcune considerazioni di sintesi.

“Gentile commissaria, apprendiamo con stupore che nel corso dell’evento conclusivo dell’anno europeo per i cittadini 2013 , Lei ha dichiarato che le azioni e gli eventi di questo anno continueranno anche per il 2014, anno delle elezioni europee. Ben consapevoli dell’importanza dell’informazione sul tema della cittadinanza, ci chiediamo però cosa sia successo all’anno europeo della conciliazione tra la vita lavorativa e la vita familiare. Vorremmo conoscere a quale livello è stata presa la decisione di rinviare l’anno europeo della conciliazione e su quale base”.

E’ questo l’incipit di una lettera inviata dall’eurodeputata Patrizia Toia alla commissaria europea Viviane Reding. Il 2014 è iniziato da un pezzo e bisogna fare i conti con l’evidenza: l’anno europeo della conciliazione è stato affossato dalla crisi. Era stata la Coface, Confederazione delle organizzazioni familiari dell’Unione europea, a prendere l’iniziativa e raccogliere le 388 firme di parlamentari europei sotto la richiesta di designazione dell’anno 2014 come anno europeo della conciliazione tra vita professionale e familiare. Le associazioni femminili si sono date da fare in questi mesi per organizzare iniziative, convegni, celebrazioni. Ma ora del 2014 anno europeo della conciliazione non c’è più traccia.