Politiche di genere

Women and unpaid family care work in the EU
 

Lo studio fornisce un'analisi sulle dimensioni e sul valore del lavoro di cura familiare non retribuito in Europa. Propone, inoltre, una comparazione tra Italia e Polonia.

Lo studio presentato vuole migliorare gli indicatori esistenti, al fine di fornire una fotografia realistica quantitativa da utilizzare come base per una discussione a livello europeo sul lavoro di cura non retribuito.

L’ immagine della figura femminile capovolta che è contenuta nel grafico spiega da sola cosa è successo nel giro di pochi anni in Italia.

In sei anni le donne presenti nei consigli di amministrazione sono passate dall’essere in prevalenza consiglieri non indipendenti (di solito componenti della famiglia proprietaria) a essere nella stragrande maggioranza dei casi consiglieri indipendenti. Il ruolo più scomodo di un Cda, potremmo dire, stante che ai consiglieri indipendenti è affidato il compito di fare il «cane da guardia» a tutela soprattutto degli azionisti di minoranza.

È uno dei dati contenuti in un libro di prossima uscita in Gran Bretagna (Women Directors, the Italian way and beyond , di Paola Profeta, Livia Amidani Aliberti, Alessandra Casarico, Marilisa D’Amico e Anna Puccio, Ed Palgrave McMillan) e che racconta la legge sulle quote di genere italiane.

Si tratta di un elemento da sottolineare perché significa porre «grande attenzione sulla scelta delle donne e questo a sua volta attiva un circolo virtuoso anche per gli uomini», dice Livia Amidani Aliberti, fondatrice di Aliberti Governance Advisors. Un dato che sfata le paure iniziali di questa legge.

Al via una nuova edizione del progetto imPARIaSCUOLA, realizzato nell’ambito dell’iniziativa regionale “Progettare la parità in Lombardia 2013” e promosso dal Comune di Milano in collaborazione con la Consigliera di parità della Provincia di MilanoAFOL Milano, la Fondazione Scuole Civiche di Milano – Scuola del Cinema e della Televisione – e l’ufficio Scolastico Territoriale di Milano.

Il progetto “Alla scoperta delle differenze. ImPARIaSCUOLA” ha l’obiettivo di promuovere la cultura di genere e favorire la valorizzazione e il rispetto delle differenze nella scuola, attraverso percorsi di formazione con docenti e genitori e azioni di educazione e sensibilizzazione rivolte ad alunne e alunni.

La scuola, infatti, attivando interventi specifici in collaborazione con le famiglie, può diventare un luogo privilegiato di riflessione sulle differenze e sugli stereotipi di genere e può contribuire a sostenere ragazze e ragazzi a progettare il proprio percorso di vita, scolastico e professionale, sulla base delle proprie inclinazioni e aspirazioni, che non necessariamente devono corrispondere a quello che rigidi modelli di genere impongono.

Da quando la legge 188/2007 è stata abrogata, tre mesi dopo la sua entrata in vigore, abbiamo lavorato per riconquistarla. L’abbiamo fatto costruendo reti, dentro e fuori dal Parlamento, costituendo nel 2012 il Comitato per la 188 insieme a donne di Senonoraquando, di partiti, di associazioni, di sindacati, imprenditrici, giornaliste; promuovendo raccolte di firme, incontrando movimenti, imprese, associazioni, ministri dei diversi Governi, Presidenti di Camera e Senato, laeder di tutte le forze politiche, organizzando il 23 febbraio 2012 una giornata di mobilitazione nazionale e più volte presidi davanti a tutte le Prefetture d’Italia. A noi sembrava, e sembra, incredibile non riconoscere la bontà di una procedura, in ciò consiste la legge, una procedura dunque per dimettersi volontariamente dal proprio posto di lavoro.

La compilazione di un modulo scaricabile da Internet, numerato e con scadenza quindicinale, potrà prevenire l’abuso della  lettera di dimissioni in bianco, senza data, fatta firmare alle ragazzi e ai ragazzi al momento dell’assunzione in modo che possa essere perfezionata con tanto di data quando quella ragazza è incinta o quel ragazzo non va più bene. Una lettera finta.