Politiche di genere

ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e IAP hanno firmato ieri un Protocollo di intesa volto a consolidare modelli di comunicazione ispirati al rispetto della dignità della donna e del principio di pari opportunità. La collaborazione tra ANCI e IAP ha lo scopo di ampliare l’efficacia dell’Autodisciplina, estendendone il controllo su quella parte di affissioni che alcune volte risultano escluse dall’ambito di competenza dello IAP, con un chiaro vantaggio per i cittadini.

Il Protocollo spinge infatti anche i piccoli inserzionisti che si servono di affissioni pubblicitarie locali ad adottare modelli di comunicazione commerciale che non contengano immagini o rappresentazioni di violenza contro le donne; che tutelino la dignità della donna nel rispetto del principio di pari opportunità e che propongano una rappresentazione dei generi coerente con l’evoluzione dei ruoli nella società , evitando il ricorso a stereotipi di genere offensivi.

ANCI inviterà i Comuni a modificare la propria regolamentazione in materia di pubbliche affissioni e di trasmettere allo IAP, anche su segnalazione dei cittadini, i messaggi ritenuti lesivi della dignità della donna. IAP si impegna ad esaminare le segnalazioni con la massima celerità, al fine di intervenire nel minore tempo possibile sulle comunicazioni commerciali che risultano in contrasto con le norme del Codice di autodisciplina.

Perché  per le donne è sempre tutto più complicato? Se lo chiedono le attrici Alessandra Faiella, Claudia Penoni, Margherita Antonelli, Rita  Pelusio (protagoniste anche dello spettacolo teatrale Stasera non Escort) nello spot girato per l’8 marzo dall’Associazione Pari o Dispare  in collaborazione con la casa di produzione Non Chiederci la Parola.

Un modo per ricordare, con ironia, che in Italia «le donne nascono pari e crescono dispare». Pari o Dispare con lo spot per l’8 marzo e l’hashtag #ROMPIAMOLECODE vuole tra le altre cose ricordare l’obiettivo del 60% di donne occupate in Italia (oggi sono solo il 47%, meno di una su due), che da solo farebbe aumentare il Pil, cioè la ricchezza italiana del 7%

Il capitale umano, prima del film bello e profondo di Paolo Virzì, nessuno sapeva cosa fosse.Tranne gli assicuratori: è il valore finanziario della morte. Quello che lasci a chi lasci dopo che te ne sei andato, sempre che tu abbia stipulato una polizza sulla vita.

La cosa più triste è vedere che anche in questo caso, l'estremo dei casi, non siamo tutti uguali. Anche qui, le donne hanno di meno, valgono di meno.

Ogni italiano ha un cartellino col prezzo: 342mila euro. Ma il nostro peso finanziario, in quanto nate donne, si riduce della metà. C'entra la nostra prospettiva professionale, quanto riusciamo a guadagnare, quali ruoli dirigenziali riusciamo a ricoprire. Quanto le nostre carriere sono interrotte dalla maternità e dalla cura della famiglia. Senza che ci sia la vera possibilità di scegliere o di coniugare lavoro e privato.

Faccio questa premessa perché ora le condizioni per un cambiamento coraggioso ci sono e proprio con la stessa forza con cui è stata condotta la battaglia sulla rottamazione va portato a casa il risultato sulla parità di genere. Renzi ha fatto il primo governo paritario della storia di questo Paese, con ministre donne che ricoprono incarichi importanti e tipicamente maschili: penso alla Difesa o allo Sviluppo Economico.

Solo il 9% degli sviluppatori di app è donna. Ed è di sesso femminile solo il 19% dei manager Ict. Ma la tecnologia rappresenta il futuro e il commissario Ue sprona il gentil sesso a darsi da fare. Via a una pagina Facebook e a un canale YouTube dedicato alle donne che già lavorano nel settore.

C'è qualcosa che manca nell'economia digitale europea: le donne. In Europa, solo 9 sviluppatori di app su 100 sono donne; sono donne solo il 19% dei manager dell'Ict  (contro il 45% nelle altre aziende dei servizi) e solo il 19% degli imprenditori dell'Ict (contro il 54% delle altre aziende dei servizi); meno del 30% di chi lavora nell'Ict è donna; e solo il 3% dei laureati donna ha scelto le materie informatiche, contro il 10% degli uomini, e la percentuale è in calo.

Un divario di genere troppo marcato che spinge la Commissione europea a lanciare una campagna per scovare e celebrare gli esempi di donne che hanno successo nel mondo delle Ict e che possono costituire un modello e uno stimolo per le giovani che studiano e intraprendono la loro carriera oggi. La Commissione invita le donne (ma anche gli uomini) a creare dei video che siano di ispirazione per altre donne e a condividerli sull'apposita pagina Facebook "Every Girl Digital" e sul canale You Tube per raccontare la loro personale "digital success story" .