Ambiente, risparmio energetico

Un gruppo di tecnici trevigiani, costituito da titolari di autofficine, elettricisti, impiantisti ed esperti di elettronica, ha messo a punto un kit per trasformare un’auto a benzina in auto elettrica. A comunicarlo è stato Severino Dal Bo, presidente degli autoriparatori di Confartigianato Veneto, il quale ha affermato che gli esperti sono già al lavoro per raggiungere il traguardo dell’omologazione dei veicoli provvisti del nuovo kit. Per raggiungere il risultato finale sono stati utilizzati dei software che incrociano i dati del motore con quelli dei diversi cavi elettrci, tenendo sotto osservazione velocità e potenza. È stato inoltre realizzato un programma al CAD con cui è possibile disegnare fin nel più piccolo particolare i pezzi che servono per fare la  trasformazione.

I numeri parlano chiaro. La green economy è uno dei pochissimi settori ad avere il segno più. Ecco perché puntare su fisco verde e eco-finanza.
 
I pochi, deboli segnali di ripresa provengono oggi dalla green economy. Ecco perché è necessario una revisione del fiscal compact e la creazione di strumenti finanziari e di una nuova fiscalità ecologica a livello europeo. È quanto emerso dal convegno “Imprese e lavori green per una green economy”, appuntamento annuale promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

“Le imprese green e i green jobs – ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione -, stanno facendo i conti con la crisi, anche se alcuni indicatori ci dicono che l’economia verde ha resistito meglio dell’economia tradizionale. Ma le politiche europee durante questa crisi sono state largamente carenti e stanno alimentando sfiducia e euroscetticismo”.

Il segno più della green economy. Nonostante il trend degli indicatori economici sia negativo, la green economy mostra molte positività. Secondo i dati forniti dalla stessa Fondazione, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è passata da 58.164 GWh del 2008 a 108.500 GWh del 2013 (il fotovoltaico è passato da 193 a 22.400 GWh), anche se sono calati gli investimenti passati da 23,66 miliardi del 2011 a 4,5 del 2013. I risparmi energetici fatti grazie alla detrazione del 55% tra il 2007 e il 2012 sono stati di 8899 GWh, ma tra il 2010 e il 2012 sono diminuiti del 55%.

Sembra anche troppo bello per essere vero. Un carburante pulito disponibile in grande abbondanza che utilizza l'acqua, la luce solare e sfrutta uno dei gas serra responsabili del riscaldamento del pianeta: il Co2. Eppure questo sogno ora è più vicino grazie al progetto di ricerca «Solar-jet» finanziato dall'Ue, che ha creato il primo carboturbo "solare" del mondo, a partire da acqua e anidride carbonica.

A che punto è il progetto per il «cherosene solare» 
Per la prima volta i ricercatori sono riusciti a realizzare l'intera catena di produzione di cherosene rinnovabile a base di luce concentrata come fonte di energia ad alta temperatura. Il progetto è ancora in fase sperimentale: finora si è prodotto un bicchiere di carboturbo in condizioni di laboratorio avvalendosi di luce solare simulata. I risultati però - spiega un comunicato diffuso dalla Commissione Ue - fanno sperare che in futuro sia possibile produrre idrocarburi liquidi a partire da luce solare, acqua e C02. «Questa tecnologia - avverte la commissaria Ue per la Ricerca, Maire Geoghegan-Quinn - significa che un giorno potremmo produrre carburante pulito e in abbondanza per aerei, automobili e altri mezzi di trasporto, contribuendo anche a trasformare il Co2, uno dei principali gas responsabili del riscaldamento globale, in una risorsa utile». 

Agli occhi dei tecnici comunali e degli agenti della Polizia locale da qualche giorno su alcuni parchi della città si sono aggiunti quelli dei volontari dell’associazione culturale-ricreativa «Arci Adua». Una sorta di «vigilanza attiva» resa possibile grazie a una convenzione sottoscritta tra il Comune e l’associazione rhodense. Quattro, per il momento, i parchi individuati: via Goglio, via Pomè, via Mazzo (all’altezza di via Quasimodo) e via Marzabotto.

In questi parchi, in base a quando definito nella convenzione, i volontari dell’associazione svolgeranno un’attività di sorveglianza e tutela ambientale e preventiva. «Abbiamo iniziato lo scorso anno la collaborazione con l’associazione Arci Adua per la vigilanza sul parco di via Mazzo, e con il rinnovo della convenzione abbiamo esteso l’attività anche su altri parchi - spiega l’assessore all’ambiente, ecologia, Gianluigi Forloni -. I volontari dovranno verificare lo stato di manutenzione dell’arredo urbano - cestini, panchine, giochi, illuminazione pubblica -, quello del verde, la pulizia, ma anche segnalare tempestivamente alla Polizia locale eventuali atti di vandalismo o situazioni particolari».