Innovazione

Sinergia fra Assinform, Assintel, Assinter Italia, Cna ICT e Unimatica Confapi, per la prima volta insieme su un obiettivo comune. E a giugno esce l’osservatorio competenze digitali.

 

Le associazioni ICT unite per contribuire alla svolta digitale del Paese: questo è il segnale concreto che Assinform, Assintel, Assinter, CNA ICT e Unimatica Confapi hanno lanciato al mercato e alle Istituzioni lo scorso 10 aprile, firmando insieme un accordo quadro con l’Agenzia per l’Italia Digitale.

Ora la collaborazione è operativa e si inserisce nella volontà concreta di progettare e attuare l’ambizioso programma nazionale per la Cultura, Formazione e Competenze Digitali: l’obiettivo è quello di allineare l’Italia agli standard digitali europei in tutti gli ambiti in cui essa è sviluppata, dalla Pubblica Amministrazione alle imprese, passando per il sistema formativo e l’alfabetizzazione digitale diffusa sul territorio. Ora che abbiamo una cabina di regia competente, una visione di sistema, un programma strategico, possiamo lavorare per produrre risultati concreti, in particolare nel settore dell’education che rappresenta un fattore abilitante per tutte le politiche dell’innovazione.

Strasburgo approva le misure per abbattere la duplicazione delle infrastrutture. Kroes: "Un altro passo avanti per un Internet migliore". Voto favorevole anche sul sistema eCall.

Ulteriori passi avanti sulla realizzazione dell’Agenda Digitale Europea: con gli ultimi voti dell'Europarlamento nella sessione plenaria conclusiva della legislatura, l'Aula di Strasburgo ha dato il via libera con quattro voti positivi al taglio del 30% dei costi di realizzazione della banda larga, ma anche al dispositivo di sicurezza sulle auto eCall e a due programmi di ricerca, uno sulla nanoelettronica e l'altro sull'invecchiamento attivo.

"La banda larga per tutti non è una promessa - ha commentato la commissaria Ue all'agenda digitale Neelie Kroes - ma è un impegno della Ue, della Commissione europea e dei capi di Stato. Le misure odierne sono un altro passo in avanti per un Internet migliore e migliori innovazioni digitali di cui fare uso nella vita quotidiana da parte dei cittadini europei".

L'annuncio di Mountain View: per la prima volta potranno essere acquistati online, ma in numero limitato e soltanto per 24 ore. Costo: 1500 dollari. Il Codacons intanto protesta e vuole vietarli in Italia.

Martedì 15 aprile i Google Glass, gli occhiali a realtà aumentata del colosso di Mountain view, andranno in vendita libera online, anche se solo negli Stati Uniti. Per la prima volta, dunque, saranno disponibili anche ai comuni cittadini e non soltanto, come è stato sinora, ad addetti ai lavori, sviluppatori e pochi altri fortunati. Si tratta di un numero limitato (ma non specificato) di pezzi che potranno essere acquistati per un solo giorno ed esclusivamente da maggiorenni residenti negli Stati Uniti. Il prezzo: 1500 dollari (più tasse americane). Una somma che in molti (basta vedere i commenti in calce al comunicato di Google) giudicano ancora troppo alta.

Un'idea per coniugare l’efficienza e razionalizzazione della PA con la promozione di innovazione e sviluppo. Ovvero, trasformare la PA in piattaforma di intermediazione e facilitazione di interazioni tra i vari attori dell’ecosistema. Un esempio: il car sharing di Milano.

Tutti riconoscono oggi l’ovvio; ovvero la necessità di puntare sulla crescita e sviluppo economico, e non solo sul rigore dei costi della pubblica amministrazione. I più discutono di tagli ai costi e inefficienze nella e della PA. Altri, di singole riforme o iniziative specifiche che possano incentivare investimenti e magari innovazione in questo o quel settore.

Nessuno ha formulato però una visione complessiva e una proposta convincente di come raggiungere questi obiettivi, e di quali leve usare. Il dibattito su questi temi per lo più ha carattere frammentato, e rischia di perdere di vista gli obiettivi generali nel focalizzarsi invece su dettagli a volte marginali. La diatriba su “province si province no” ne è un esempio. Si discute infatti dei potenziali risparmi, ma nessuno riferisce di stime in merito ai guadagni, o meglio, alle “potenziali perdite” di crescita economica che l’eliminazione potrebbe comportare per i disagi che inevitabilmente scaturirebbero dalla mancata riorganizzazione efficiente dei servizi oggi in capo alle Provincie. Non si conosce il nuovo assetto organizzativo nel quale queste funzioni dovrebbero trovare collocazione e in che modo il “nuovo” dovrebbe essere più efficiente del vecchio.