Fare impresa

Un codice italiano dei pagamenti responsabili sul modello del Prompt payment code inglese. A prendere l'iniziativa è Assolombarda, la territoriale milanese di Confindustria. Si parte con 37 aziende: da Unicredit a mapei, da Bnl a Mediaset. Tutti si impegnano a pagare nei tempi scritti nero su bianco sui contratti di fornitura. Non solo pubblica amministrazione: spesso a saldare in enorme ritardo sono anche le aziende private. Una cattiva abitudine che si è aggravata con la crisi. Nel 2013 i crediti scaduti, e non pagati, affidati per il recupero alle imprese associate Unirec (rappresentative dell'80% del mercato) hanno toccato quota 48,6 miliardi, 5,6 in più rispetto al 2012. Di qui l'idea del codice. Possono aderire tutte le aziende italiane, anche quelle non iscritte a Confindustria. Chi firma può eseguire un marchio di affidabilità sul fronte dei pagamenti. La reputazione dell'azienda migliora. Ma potrebbe guadagnarci anche il portafogli se, come ha prospettato ieri il presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, nei bandi pubblici i pagatori affidabili avranno qualche punto in più. 

"Stiamo pensando di insedire l'adesione al codice dei pagamenti come elemento di valutazione positivo nell'assegnazione delle gare" ha annunciato Maroni (d'altra parte la stessa Regione Lombardia ha sottoscritto il codice dei pagamenti responsabili). 

La Camera di Commercio di Monza e Brianza elabora trimestralmente un bollettino che presenta i principali dati sull'andamento del sistema imprenditoriale della Brianza.

In allegato, i dati riguardanti il trimestre Gennaio-Marzo 2014
 

Città dei Mestieri di Milano e della Lombardia e l'associazione Greenin'People avviano il primo sportello per l'orientamento al lavoro nella green economy: un progetto sperimentale innovativo che mira a facilitare e sviluppare l'occupazione in uno dei settori più strategici e di maggiore attualità.

Lo Sportello - attivato nell'ambito del progetto "Campus Impresa" finanziato da Provincia di Milano e Camera di Commercio -offre supporto per le opportunità di lavoro nella green economy, fornendo in particolare  informazioni sull'andamento del mercato del lavoro in ambito green, sui settori maggiormente in crescita e sulle figure professionali più richieste dalle imprese. Fornisce inoltre informazioni sui principali corsi di formazione, sui corsi universitari e sui corsi tecnici che permettono di avvicinarsi alle professioni green.

Lo Sportello è gestito da Matteo Plevano, psicologo del lavoro e specializzato in green economy. Fondatore di Greenin'People, l'associazione che sviluppa progetti di impatto sociale legati ai temi dei green jobs e della green economy Matteo Plevano è anche l'ideatore e l'animatore del sito www.greenjobs.it, portale di incontro domanda offerta di lavoro in ambito green.  

Puntano al profitto ma migliorano la qualità di vita dei cittadini, offrendo servizi: dall’ambiente, alla sanità, passando per l’editoria. Gli investitori hanno più incentivi: il 25 per cento in meno sull’Irpef e il 27 sull’Ires.

C'è la cooperativa che aiuta anziani e disabili. C’è la rete di medici a basso costo. C’è la matematica. Ci sono persino i fumetti. Puntano al profitto, ma migliorano la qualità di vita dei cittadini. Come? Offrendo servizi. Dall’ambiente, all’editoria, passando per l’istruzione, il turismo sociale, la ricerca, la sanità. Tutto in modo nuovo, puntando sulla tecnologia. Sono le startup innovative "a vocazione sociale". Una definizione applicata dallo scorso gennaio. Grazie a un aggiornamento del registro speciale delle imprese innovative. 

Al momento, sono 63 su un totale di 1968. Ma il trend è in crescita. Una specie protetta? "No, ma meritano una tutela particolare perché puntano non solo a creare profitto per chi le fonda e ci lavora, ma anche a soddisfare gli interessi della comunità", spiega Mattia Corbetta, membro della segreteria tecnica del Ministero dello Sviluppo economico. Ecco perché chi investe in queste startup ha più incentivi: il 25 per cento in meno sull’Irpef e il 27 sull’Ires.