Fare impresa

alt"Per non perdere il treno non hanno mai smesso di correre. Più veloci della crisi, con tenacia e senza dimenticare l'ironia, da nord a sud. Studiando gli itinerari giusti per dribblarla, perché l'economia secondo le donne ha ancora leve che si possono manovrare per percorrere i binari della ripresa. Velocità, ma anche concretezza...".

Radio 24 - L'Italia in controluce - Intervista di Anna Marino: ascoltatela qui.

Come si possono sostenere, a livello di politiche nazionali, le start-up lanciate da donne?

«Indubbiamente, l'imprenditoria femminile ha bisogno di essere sostenuta attraverso strumenti che favoriscano l'accesso al credito, allo scopo anche di incrementare l'occupazione femminile, che è ancora lontana da quel 60% indicato dalla Strategia di Lisbona - spiega il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna -. L'idea attorno alla quale stiamo lavorando, e che speriamo possa essere realizzata nel giro di qualche mese, è quella di aiutare micro, piccole e medie imprese a conduzione o a prevalente partecipazione femminile, in fase di start-up, concentrandoci in particolare sulle regioni del Mezzogiorno».

Ma come fare a mettere su un'impresa partendo da zero?

La risposta si potrebbe trovare nel cd-rom «La città dell'imprenditoria femminile», un percorso digitale creato da Futuro@lfemminile (l'iniziativa di Microsoft Italia con Acer), realizzato con il patrocinio del Dipartimento per le pari opportunità.

Lunedì 1° febbraio 2010 ha preso il via il progetto di promozione dei mestieri artigianali, di bottega e dell'artigianato artistico, rivolto agli studenti delle secondarie di secondo grado.

"Lo scopo – spiega l'assessore alle Politiche del lavoro, Stefano Di Meo - è far conoscere le varie professioni presenti sul territorio, favorendo l'incontro tra chi ha già intrapreso un'attività artigianale e chi potrebbe essere interessato ad avviarne una, tramite eventi e manifestazioni dimostrative". Il programma rientra nell'ambito del progetto del fondo sociale europeo "Servizi per il lavoro: adattabilità, occupabilità e inclusione sociale".

Il progetto, coordinato dalla Provincia di Viterbo, prevede il coinvolgimento degli interlocutori istituzionali locali del settore, i quali sono invitati ai tavoli tecnici per definire i dettagli dell'iniziativa e la programmazione delle attività.

alt10 febbraio 2010

A Londra e New York, ci sono ancora poche donne ai vertici delle banche, nonostante i decenni di impegno vissuti per scalare la vetta delle grandi aziende. Ma nel settore finanziario indiano, ancora relativamente giovane, spesso sono donne non solo quelle che concludono gli affari, ma anche quelle che dirigono la baracca.

In India, le filiali di HSBC, JPMorgan, Royal Bank of Scotland e Fidelity International sono gestite da donne. Lo stesso vale per la seconda banca più grande del paese, la Icici Bank, e la terza, Axis Bank. Tutto ciò in un paese dove in alcune aree geografiche i genitori privilegiano ancora i figli maschi, e dove il tasso complessivo di alfabetizzazione femminile rimane basso. L’abbondanza di talenti femminili presenti nel top management del settore bancario indiano potrebbe dunque stupire. Ma queste professioniste, che in molti casi hanno avuto occasione di lavorare anche a Londra e New York, dicono che l’India fornisce un contesto nel quale la disponibilità dei manager (in gran parte maschi) e la varietà degli ambienti lavorativi fanno sì che si possa avere successo anche senza far parte di una qualche sorta di “gentlemen’s club”.