Cultura, ricerca, sviluppo

Eppela, la piattaforma di crowdfunding leader in Italia, e Photographers.it, uno dei più noti portali Italiani dedicati al mondo della Fotografia, lanciano una nuova iniziativa che permetterà la nascita di progetti in crowdfunding. Il primo progetto è la campagna a sostegno del Photofestival.

Quando nascono progetti di questo tipo ci piace molo segnalarveli perchè dimostrano che le difficoltà si possono superare e sempre se si è uniti; e poi quando riguardano la Fotografia, vuol dire che la Cultura e l’Arte hanno possibilità di crescere, insieme a tutti coloro che vi partecipano. E’ questa un po’ la sintesi della nascente partnership tra Eppela, piattaforma di crowdfunding leader nel nostro paese rivolta a tutti i settori, e Photographers.it, uno dei più noti portali dedicati al mondo della Fotografia, attivo ormai dal 1999.

La partnership permetterà a Eppela di proporre in Italia progetti in crowdfunding legati alla fotografia selezionati da Photographers.it: progetti continuativi o legati ad attività culturali ed eventi spot. Il primo progetto ad essere proposto è la campagna a sostegno del Photofestival, una delle più interessanti attività culturali promosse e realizzate a Milano da oltre sette anni.

Da Mirabella Imbaccari un paese di 5mila abitanti, arriva il software che muove i taxi della metropoli americana.

Cosa c’entra New York con Mirabella Imbaccari, alle pendici dei monti Erei, nel profondo della Sicilia più profonda? C’entra: i taxi dell’immensa metropoli americana viaggiano in buona parte con un programma di gestione ideato nello sperduto paese isolano. Dove, tra fichi d’India e mandorli in fiore, un manipolo di ragazzi fornisce a mezzo mondo software di eccellenza. Tutto ruota intorno a poche domande: offrireste dei pannoloni a un giovane manager in carriera? O una giarrettiera sexy a un’anziana massaia? O una bicicletta in fibra di carbonio a un vecchio acciaccato col bastone? O un mastice da dentiera a una sedicenne? Ovvio: mai. L’unico modo di agganciare il compratore resta quello dei venditori ambulanti da secoli padroni delle fiere di paese e dei mercati rionali. Passa una donna dall’aria della casalinga? «Venga, signora venga, ché abbiamo le pentole nuove che non attaccano...». Passa un uomo in tuta da lavoro? «Venga, signore, venga che abbiamo il nuovo trapano avvitatore con due ore di batteria...».

PERIFERIA DEL MONDO - Ecco, quei ragazzi e ragazzini della «EdisonWeb» che smanettano coi computer in una palazzina periferica di questo paese siciliano alla periferia del mondo, lavorano a questo: la pubblicità personalizzata. Che individua in ogni momento, «nel perfetto anonimato per questioni di privacy», il tipo di cliente che sale su un taxi o passa davanti a una vetrina o si sofferma di fronte allo scaffale di un grande ipermercato alimentare o di una boutique esclusiva di alta moda, e manda online sullo schermo le immagini o gli spot giusti esattamente per «quel» tipo di cliente.

Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, parlando in Wisconsin, ha dichiarato dinnanzi alla folla che le persone possono fare potenzialmente di più con la produzione specializzata che con la laurea in storia dell’arte. Rapidamente si è poi corretto, affermando che non c’è nulla di sbagliato nella storia dell’arte e che egli stesso ama questa materia.
Molti sostenitori di storia dell’arte hanno scritto al Presidente il quale ha addirittura scritto una lettere di scuse a un professore.
Anche se la storia dell’arte non prepara gli studenti alla carriera in Google, insegna certamente un sacco di abilità che aumentano il valore del lavoratore.
Ecco le 15 competenze più utili:

Secondo i ricercatori di Oxford, nei prossimi vent’anni il 47% delle professioni oggi esistenti potrebbe passare nelle mani delle macchine. Si salveranno perciò le mansioni basate su intelligenza creativa e sociale, qualità che al momento sono insostituibili.
Uno dei settori con maggiori possibilità di impiego è quello dell’high tech, che è arrivato a rappresentare il 10% dell’occupazione totale nell’Unione europea. I ragazzi vanno quindi incoraggiati allo studio dei computer durante le ore di lezione: a pensarla così è il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che ha anche fatto da testimone alla campagna per l’alfabetizzazione digitale dei giovani.