Ridurre gli sprechi alimentari, che nelle mense abbondano, e conciliare i tempi di vita e lavoro, sollevando il dipendente dallo “stress” di fare spesa e cucinare per sé o per la famiglia al rientro dal lavoro. Il tutto riducendo l’impatto ambientale. È così che a Bologna la mensa aziendale diventa take away
Accade alla GIMA spa, società operante nel settore del confezionamento e dell’assemblaggio per le industrie alimentari, dolciarie, farmaceutiche e delle bevande, che si trova a Zola Predosa, in provincia di Bologna. I dipendenti, circa 130, possono prenotare il pasto serale domestico alla mensa aziendale che li cucina e li predispone in piatti e vaschette monouso termosigillate per il ritiro a fine turno: il costo per un pasto completo è di 2,5 euro, 1 euro per primo o secondo e 0,50 per il contorno o la frutta. Per il dolce invece il prezzo sale di un altro euro, ma si sa che per certi prodotti i prezzi di preparazione aumentano. I prezzi sono calmierati, grazie anche al contributo dell’azienda. Il menù, chiaramente, non è un’esclusiva del dipendente ma è allargato anche all’intero nucleo familiare: c’è chi prende la pizza per il figlio o il pasto per la nonna.
I vantaggi sono molteplici. Innanzitutto questo sistema fa un passo in avanti verso la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, sollevando i dipendenti - soprattutto le dipendenti - dall’onere di correre a far spesa e preparare la cena all’uscita dal lavoro: una volta arrivati tra le quattro mura domestiche basterà un minuto di microonde per sedersi a tavola. Non solo, ma grazie alla possibilità di usare le mono-confezioni, non c’è nemmeno bisogno di lavare i piatti. Il tutto salvaguardando comunque la qualità dell’alimentazione: i cibi vengono cucinati lo stesso giorno e da personale specializzato, inoltre il menù contiene diverse proposte (3 primi, 3 secondi, dolce e frutta), che permettono di avere anche una buona varietà di scelta.

 C’è anche un vantaggio economico: il costo per un menù completo, come detto, è di 2,5 euro, facendo due conti, meno di quanto ci costerebbe un menù fatto in casa, soprattutto per i single e le persone che vivono sole, che generalmente hanno più problemi a gestire la maggior parte delle confezioni in commercio, pensate per più persone. Infine, ma non ultimo, c’è un vantaggio sociale-ambientale, quello di evitare gli sprechi di alimenti - che, quasi inevitabilmente, riguardano molte mense aziendali - ma anche di ridurre i consumi e le emissioni legate alla preparazione del pasto in ambito domestico (centralizzazione di consumi e risorse).

Fonte: Secondo Welfare