BRUXELLES CHIEDE PIU' DONNE A VERTICE DELLE IMPRESE
"In un mondo ideale le imprese dovrebbero volontariamente" raggiungere l'obiettivo di avere piu' donne nei posti di comando, ma "siamo anche pronti, a partire dal 2012, se necessario, ad attuare la pressione delle regole".
A sottolinearlo, in un intervento congiunto sull'International Herald Tribune, sono il presidente del Parlamento europeo, Jerzy Buzek, e la commissaria Ue alla Giustizia Viviane Reding che oggi, sul tema, ha incontrato amministratori delegati e membri del consiglio d'amministrazione di dieci Paesi Ue.  L'ultimo rapporto sulla parita' uomo-donna nei posti di direzione delle aziende indica che, in media, spiega la Commissione europea, le donne rappresentano il 12% dei membri nei consigli d'amministrazione delle piu' grandi imprese quotate in Borsa dell'Unione europea, ma solo il 3% sono amministratore delegato. Le cifre inoltre variano molto da un paese all'altro, passando dal 26% di donne nei consigli d'amministrazione di aziende svedesi o finlandesi al 2% di Malta. Molto bassa anche la percentuale in Italia, quartultima della lista Ue, dopo Portogallo e Grecia e prima solo di Cipro, Lussemburgo e Malta. L'obiettivo Ue e' quello di arrivare, entro il 2015, ad almeno il 30% di membri donne nei consigli d'amministrazione delle aziende per salire fino al 40% nel 2020. Gia' ora, fa notare la Commissione europea, piu' donne che uomini raggiungono un diploma di laurea (59% contro 41%), eppure sono poi superate dagli uomini nella carriera. 'Le quote rosa sono argomento controverso per diverse persone. Ma indubbiamente hanno raggiunto risultati nei Paesi dove sono state introdotte', hanno spiegato Buzek e Reding, ricordando che in Norvegia le donne al top sono passate dal 25% del 2004 al 42% del 2009. (ANSA).