A molti può sembrare una cosa assurda che due cittadine del quartiere di Ottavia, periferia a nord di Roma, possano essere premiate con una onorificenza al merito della Repubblica italiana. Perchè non dovrebbe essere cosa normale candidare donne e uomini "sconosciuti" di una periferia romana che, pur non essendosi distinte/i nelle arti e nella letteratura o in una qualche impresa eroica come la cattura di un malvivente, abbiano caratterizzato la loro esistenza dedicandosi interamente e con grande impegno ad attività sociali e/o umanitarie?
E' il caso di una giovane donna dai capelli lunghissimi la quale, da circa 15 anni, quando era ancora minorenne, si dedica anima e corpo all'assistenza dell'infanzia del quartiere. Una ragazza, conosciuta e stimata da numerose famiglie di Ottavia, che trascorre le sue settimane, spesso senza mai riposare, ad accudire bambini e neonati. Li accompagna a scuola o all'asilo, li porta al parco, li aiuta nei compiti.
Con il suo lavoro, forse non adeguatamente retribuito, permette a tante giovani coppie o famiglie monogenitoriali di poter educare e crescere con minore difficoltà i propri figli. Una giovane donna che ha scelto di fare di questo lavoro una missione, di mettere al primo posto della sua vita l'amore e l'affetto da e verso le bambine e i bambini, sacrificando tante altre cose di cui avrebbe pieno diritto di godere.
Noi crediamo che questa giovane cittadina di Ottavia meriterebbe l'attenzione del Sindaco di Roma e a noi piace sperare che, dopo idonea istruttoria, si voglia ipotizzare tale candidatura all'onorificenza al merito nell'attività sociale.
Si vuole rappresentare poi una seconda storia di vita da premiare: un'altra donna del quartiere Ottavia, di origini sarde, madre di due figli, esce presto da casa ogni mattina e prende il treno in direzione Viterbo per poi scendere alla Giustiniana e prendere un autobus in direzione Tomba di Nerone. Ore e ore di lavoro spese a fare pulizia, attività di aiuto domestico alle agiate famiglie della Cassia. Nel pomeriggio riprende il treno in direzione Balduina per altre ore di duro lavoro domestico al servizio di altri. Torna a casa la sera, ancora vitale, per preparare la cena ai suoi figli, per lavare, stirare e pulire la propria casa.

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