altGianna Martinengo è la fondatrice di Didael, poi diventato DidaelKTS, prima azienda italiana a dedicarsi alla conoscenza sul web. L'azienda negli anni ha avuto passo passo gli stessi cambiamenti della cultura informatica, passando dall'hardware al software, per usare una metafora, dalla progettazione alla comunicazione digitale e alla conoscenza. Tra le altre cose, Martinengo è promotrice di Women&Technologies, conferenza internazionale su donne e innovazione tecnologica, che premia ogni anno con "TecnoVisionarie" le eccellenze femminili del settore, e che si terrà il prossimo 6 novembre a Milano.

Come descriverebbe la sua attività a chi sa poco di innovazione tecnologica?

DidaelKTS (Knowledge Technologies Services) offre consulenza, soluzioni per l’apprendimento e web applications sviluppando progetti di e-work, e-learning e e-communication. All'inizio la nostra era un'impresa di prodotti, ma dopo 26 anni di esperienza, e grazie all'arrivo delle tecnologie giuste, che supportano la condivisione tipica del web 2.0, siamo passati ai servizi. Dalla nostra abbiamo sempre avuto una continua attenzione alla ricerca informatica, intesa come sperimentazione del mondo futuro, e un interesse per l'aspetto didattico del digital.

 

Qual è il vostro scopo principale, riguardo i vantaggi che l'innovazione tecnologica e sociale può portare? L'inclusione? La sostenibilità? La flessibilità del lavoro?

Si può avere innovazione anche senza introduzione di nuove tecnologie: innovare vuol dire rielaborare un processo in modo nuovo. Inclusione, sostenibilità dello sviluppo, flessibilità del lavoro sono parole che identificano contesti diversi, in parte sovrapposti, per ognuno dei quali è indispensabile concepire nuovi processi organizzativi adeguati a una società radicalmente cambiata. Prima di tutto bisogna adottare la cultura dell’innovazione, e poi eventualmente pensare agli strumenti tipici dell'innovazione tecnologica. A volte accade il contrario: dall'introduzione di strumenti nuovi emergono opportunità positive di innovazione, ma è necessario valutare caso per caso, non esistono tecnologie - bacchetta magica, se non c’è nelle organizzazioni una profonda riflessione sui cambiamenti da adottare per adeguarsi al mercato globale, ogni volta considerando dei contesti ben precisi.

 

Come pensa che questa innovazione tecnologica debba essere "governata", perché si sviluppi in maniera sana? Non c'è il rischio di nuove oligarchie e nuovi vantaggi esclusivi?

Nella mia esperienza, l'innovazione tecnologica è anche innovazione sociale: sono in continua sinergia. C'è innovazione se c’è un miglioramento della qualità della vita delle persone, a breve o a medio termine, non può prescindere da un comportamento etico. L'innovazione sociale soddisfa bisogni come risultato collettivo di una comunità sul territorio. Il processo richiede accordi, collaborazione, condivisione, dialogo da parte di tutti gli attori. e tecnologie informatiche hanno dimostrato finora di essere un antidoto alle oligarchie e ai vantaggi esclusivi. Naturalmente, il diavolo si nasconde dietro i dettagli, e bisogna vigilare, per esempio, sui possibili monopoli dell’informazione, come bisogna vigilare contro il cattivo uso di ogni scoperta scientifica o tecnica ingegneristica.

 

Com'è nato WomenTech? Perché avete deciso di coniugare in un convegno i mondi delle donne e delle tecnologie?

Il principale obiettivo è quello di dare visibilità alla grande potenzialità, creatività e attività delle donne che si rapportano con la tecnologia. Ci sono molte donne ricercatrici nelle Università, o che lavorano nelle imprese, che rivestono ruoli chiave all’interno delle Pubblica Amministrazione. Di loro non si parla ed è duro a morire il pregiudizio secondo cui l’alta tecnologia è una competenza prevalentemente maschile. Il fatto che la presenza delle donne nel mondo delle tecnologie non sia valorizzata adeguatamente, implica che ci priviamo di grandi opportunità per tutta la società, non solo per le donne. È quello che succede quando non valorizziamo le potenzialità d’eccellenza dei nostri giovani quando sono di origine modesta o di persone provenienti da paesi meno avanzati: ci priviamo di un tesoro potenzialmente ricco per tutti. Vogliamo valorizzare donne che progettano, creano, “inventano” la tecnologia, e non si limitano ad “usarla”. La donna è vista come fruitrice degli strumenti tecnologici, non protagonista. Invece la realtà è ben diversa, come si potrà scoprire durante la conferenza Women&Technologies.

 

Il tema dell'edizione 2012 è e-Nutrition. Ci spiega come si coniugano la tecnologia e la nutrizione?

Produrre cibo con metodi sostenibili, tutelando il territorio, si può fare. Si può produrre ricchezza, occupazione e qualità della vita, evitando di compromettere l'ambiente e lo spazio che ci ospita. Passa da qui, dall'equilibrio tra questi elementi, il futuro del territorio in cui viviamo. La natura non è sempre buona per tutti allo stesso modo, pensiamo ai terremoti o alle alluvioni, ma la scienza e la tecnologia ci aiutano a controllare, distinguere e scegliere nella natura per favorire il bene individuale e collettivo. Produrre alimenti sostenibili vuol dire anche riuscire a coniugare la tutela del territorio con una maggiore disponibilità e qualità dei prodotti alimentari, sia dal punto di vista della sicurezza sia delle caratteristiche nutrizionali. Questo è un aspetto cruciale per la salvaguardia della salute. Le migliori sfide della tecnologia sono quelle che si propongono di rendere accessibile la nutrizione impiegando metodi innovativi e rispondendo alle esigenze crescenti di una società in continua evoluzione. In questo contesto il ruolo delle donne è da sempre strategico: “nutrono” il pianeta, essendo direttamente coinvolte nell’educazione e formazione di una coscienza alimentare, non solo in ambito familiare ma anche sociale.

 

All'interno di WomenTech premiate anche un'innovatrice della tecnologia. Ci sono molte donne, a occuparsene? Ce le descrive brevemente, queste donne? Dove sono? Dove hanno studiato? Dove lavorano?

Tecno-visionarie sono le donne, giovani o meno, che credono nell'innovazione. Alcune siedono al vertice di aziende nazionali e internazionali, altre sono ricercatrici, altre sono studiose capaci, altre ancora stanno muovendo i primi passi nella professione: s ono accomunate dalla passione, dalla tenacia, dal rispetto, dal senso di responsabilità, dalle competenze, dal merito riconosciuto dai propri pari, dalla trasparenza, dalla visione per il futuro. Su www.womentech.info si troverano la storia, i curricula, le foto e i loro contributi dal 2008 ad oggi. Un archivio in costante aggiornamento di tutte le protagoniste del nostro progetto.

Fonte: alfemminile.com