In un lungo intervento sul Sole 24 Ore (14 agosto 2008), il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli rivendicò «la responsabilità sociale che grava sull'impresa banca», di cui il banchiere deve farsi carico. Contro il modello "americano" che impone «l'imperativo categorico del continuo aumento dei profitti e del valore per gli azionisti», Bazoli proclamò il modello di una banca al servizio del Paese. Nei giorni scorsi, sul Financial Times Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, ha ugualmente richiamato la funzione della banca per il Paese, anche se in maniera più sfumata, visto che doveva far digerire alla City un aumento di capitale di 5 miliardi.
Ma tra dire e il fare c'é di mezzo il mare. L'autore, analizzando con lucidità le vicende economiche e legislative dei casi Alitalia e Parmalat, rivelando come i due casi nascondano interessi privati e molto poco abbiano risposto all'interesse collettivo di risparmiatori e investitori: "Nella patria del capitalismo spietato, dove le banche perseguono il profitto "alla vecchia maniera", spesso finiscono per perdere soldi. Ma nel Paese del capitalismo temperato, Intesa Sanpaolo ha trovato una strategia migliore: mettendosi "a servizio del Paese", ne riceve in cambio leggi e favori che le consentono profitti sicuri. È un modello brillante. Per la banca, soprattutto".

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