Il cyberstalking di genere limita ancora la libera espressione del pensiero femminile e costituisce il residuo più arcaico nella rete. 

La giornalista di Los Angeles Amanda Hess ha lanciato in proposito un proclama in cui sostiene che per una donna come lei, attivissima in tutti i possibili social network, è all’ordine del giorno essere cyber aggredita da maschi che la aggrediscono per il fatto che si esprima in maniera spesso spregiudicata sia nei suoi post che nei suoi articoli.Il tema è stato ripreso anche da Conor Friedersdorf con una riflessione più ampia sull’aggressività di genere, concludendo che anche molte sue colleghe sono state costrette a chiudere i loro blog personali, a causa dell’aggressività maschile, ripiegando perciò sui media tradizionali.
Significativa la domanda dell’articolista: quanto pensiero di donne di talento ci dobbiamo perdere on line per colpa di questa onda misogina?

 

Fonte: La Stampa