Secondo uno studio recente di Mediobanca che ha censito 374 grandi multinazionali nel mondo, solo 21 sono italiane; le multinazionali tedesche e francesi offrono lavoro a 16-17 loro abitanti ogni mille; in Italia il numero è di 6 su mille. Ma il rimedio proposto – difendere a tutti i costi la proprietà italiana con risorse pubbliche e cambiando le regole del gioco - è peggiore del male che si vuole curare. Le imprese italiane non sono solo di piccole dimensioni. Esse sono anche sottocapitalizzate e si finanziano principalmente con il credito bancario. Le due caratteristiche sono collegate tra loro: la scarsità di mezzi propri è uno degli ostacoli alla crescita delle imprese. La sotto-capitalizzazione delle imprese italiane non è casuale. Essa riflette anche il disinteresse degli investitori istituzionali verso le aziende italiane – anche i fondi italiani
investono solo una piccola frazione del patrimonio gestito nelle aziende quotate in Italia. La difesa dell'italianità a tutti i costi aggraverà questo problema, perché terrà lontani i capitali stranieri e ridurrà la contendibilità delle nostre imprese. La contendibilità del controllo è uno dei fattori che tengono alto il prezzo delle azioni, e che attirano capitali verso la Borsa. Imprese meno contendibili non sono solo meno efficienti, ma valgono anche di meno.

Fonte: Mediobanca