Innovazione

Fonte: Key4Biz

L’eCommerce non è più soltanto uno strumento che ha stravolto il nostro modo di fare acquisti, ma è diventato un vero e proprio motore economico che crea lavoro e rende l’Italia uno dei primi Paesi nello scenario economico europeo del business online. Gli imprenditori che gestiscono attività organizzate in maniera professionale su eBay in Italia, secondo i dati di una ricerca europea diffusi oggi dal sito, sono circa 18.000, e le loro vendite negli ultimi 12 mesi hanno generato un giro d’affari per oltre 270 milioni di euro.

Fonte: Key4Biz

Banda larga (a 2Mbps) per tutti gli inglesi entro il 2012: è questo il principale obbiettivo del Rapporto ‘Digital Britain’ che il governo d’oltremanica ha presentato ieri al fine di delineare la propria strategia in fatto di economia digitale.

Presentata a San Francisco una rivoluzionaria applicazione open source. "Le comunicazioni sul web sono ferme da dieci anni". Posta, video e chat in un'unica finestra. E gli sviluppatori...

Il futuro della comunicazione online? Un'esperienza totale. Almeno su questo scommettono i cervelloni di Google. Alla Conferenza annuale di San Francisco è stato presentato Wave, un nuovo strumento per comunicare nell'universo digitale. A detta dei programmatori della casa di Mountain View, è destinato a sostituire le e-mail e a rivoluzionare la maniera in cui lavoriamo. 
Creato, con l'aiuto di un manipolo di sviluppatori dell'ufficio di Sidney, dai due programmatori ai quali si deve Google Map, Wave è un ibrido che raccoglie in una sola schermata le e-mail, gli instant message, e tutte le soluzioni esistenti per il video e l'audio sharing. Usando Wave i webnauti possono scambiarsi testi, immagini, video, musica e conversare, il tutto in tempo reale e lo possono fare in una situazione di gruppo avendo inotre la possibilità (come si fa con un registratore) di riavvolgere la conversazione - anche a distanza di giorni - e vedere quello che è stato discusso e casomai aggiungere dei nuovi contenuti o apportare delle modifiche a quelli già pubblicati.

Google definisce questo nuovo tipo di comunicazione collaborative conversation stream, flusso di conversazione collettiva.

Concepito per facilitare il lavoro di gruppo e permettere ai sviluppatori sparsi per il mondo di collaborare su progetti comuni, Google Wave è disarmante per la sua semplicità, per utilizzarlo basta in pratica aprire una finesta nell'apposita applicazione e aggiungerci la posta elettronica delle persone con le quali si intende collaborare o conversare. Una volta invitate queste possono cominciare a caricare messaggi, foto, video, filmati: il materiale diventa visibile nel momento stesso in cui viene caricato e può essere modificato - pure questa azione in tempo reale - da uno qualsiasi dei conversanti.
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La nuova applicazione sarà disponibile al pubblico a partire dai prossimi mesi. Intanto per invogliare i programmatori calati su San Francisco da tutto il mondo a sperimentare il nuovo strumento, Google ha messo a disposizione dei convenuti la nuova versione, il G2, del suo Google-phone e il nuovo sistema operativo Android 1.5.

"Le comunicazioni sul web sono ferme al secolo scorso", ha dichiarato Lars Rasmussen, che col fratello Jen aveva creato Google Map quando ancora lavorava a Where 2 Tech (che fu poi acquistata da Google), "Con Jen avevamo cominciato a discutere già un paio di anni fa di come sarebbero state le e-mail del futuro e ci rendemmo conto che non c'era ragione di mantere le conversazioni testuali separate dai video, dagli audio e dalle immagini".

E per trovare una soluzione a questa separazione i due fratelli hanno fatto un ritorno al futuro, creando quello che gli osservatori definiscono una bacheca elettronica (di quelle degli inizi del web), potenziata. Una soluzione che è un po' Twitter, un po' Friendfeed e un po' Facebook avvolti tutti in un solo contenitore.
Secondo Rasmussen, anche se l'applicazione adatta deve essere ancora sviluppata, Wave finirà col colmare il divario che corre oggi tra le comunicazioni che gli utenti internet realizzano nel mondo bidimensionale delle chat room e delle poste elettroniche e le conversazioni tridimensionali che hanno luogo nell'universo del social networking.

Certo molto dipende dagli sviluppatori, ha sottolineato Rasmussen, e proprio per questo oltre a farne un open source, Google ha offerto immediatamente i codici per la programmazione del nuovo strumento ai partecipanti alla conferenza, quelli che invece se ne sono restati a casa possono cominciare a sperimentare il software recandosi sul sito di Google.

"Il successo di Wave dipende dalla reazione degli sviluppatori", ha infatti affermato Rasmussen. E se la reazione dei presenti a San Francisco è stata positiva, quella dei media presenti in sala è stata addirittura entusiastica. Dalla Cnn , a FastCompany, da PC Magazine al San Francisco Chronicle hanno tutti salutato Wave come lo strumento che finirà col relegare le e-mail e le comunicazioni settorializzate al dimenticatoio della storia.

Google prevede che gli sviluppatori studieranno tre tipi di progetti usando Wave. Uno sarà quello di trasformarlo in un portale d'entrata ai vari social network, l'altro quello di creare un nuovo tipo di comunicazione On The Road, dove la conversazione si trasforma in flusso continuo e ininterrotto di sensazioni, sentimenti, parole, suoni e immagini e il terzo è quello di trasformarlo in uno strumento per la collaborazione produttiva a distanza. Ed è proprio da questo ambito che potrebbero arrivare le sorprese più interessanti, perché secondo Rasmussen sarà proprio facendo ricorso all'intelligenza collettiva che Google sarà in grado di produrre nuove forme di comunicazioni digitale che si avvantaggiano delle capacità dei computer moderni piuttosto che imitare forme di comunicazioni antiquate come le lettere e il telefono.

Fonte: Repubblica.it
Messo a punto un prototipo di sistema di archiviazione nanotecnologico a durata illimitata, senza silicio
MILANO – Dal floppy disc alle pen-drive, passando per il disco ottico, la tecnologia dei supporti di memoria digitale per i Pc ha fatto tanta strada, portando alla realizzazione di prodotti sempre più piccoli e capienti. E la vita media dei moderni dispositivi di archiviazione si è decisamente allungata, anche se la loro durata non è ancora in grado di garantire vita eterna ai dati conservati. Tuttavia, una recente scoperta realizzata dagli scienziati dell’Università di Berkeley potrebbe spingere in avanti di un bel po’ la «data di scadenza» – diciamo così – dei supporti di archiviazione, rendendoli praticamente eterni.

PER SEMPRE BIT - Il professor Alex Zettl e il suo team di ricercatori hanno infatti realizzato un prototipo di memoria digitale praticamente eterno, che andrebbe ben oltre la vita media di 10-30 anni delle attuali memory card e raggiungerebbe una durata di un miliardo d’anni e una capienza pari a un terabyte per pollice quadrato (un trilione di bit). Il tutto senza l’utilizzo di silicio.

GRANDE NANOMEMORIA – Il dispositivo sperimentale creato nei laboratori di Berkeley (California) non sfrutta la tecnologia dei microchip tradizionali, ma si serve invece della nanotecnologia. Zettl e compagni hanno in pratica inserito una nanoparticella di ferro in un nanotubo di carbonio: in presenza di un segnale elettrico, la nanoparticella può essere controllata e spostata con grande precisione all’interno del nanotubo, le cui estremità – ancorate ad elettrodi – rappresentano i due simboli (0 e 1) del codice binario. In questo modo viene realizzato un sistema di memoria programmabile, che permette di registrare le informazioni digitali e riprodurle tramite la tecnologia hardware convenzionale. Lo studio in cui viene illustrata la scoperta degli scienziati statunitensi sarà pubblicato sul numero di giugno del mensile American Chemical Society's Nano Letters.

Fonte: Corriere.it