Il nuovo mondo tecno disegnato dal Salone di Barcellona. Gli oggetti sapranno tutto di voi: vince la tendenza smart.

Il telefono saprà tutto sulla nostra salute. L'auto metterà la nostra musica preferita. Il lampione ci regalerà la connettività nel momento del bisogno. Lo spazzolino da denti ci sgriderà se l'igiene orale non è sufficiente. Usiamo i verbi al futuro perchè si tratta di prodotti (apparentemente) fantascientifici. Ma per la maggior parte (come si è capito dal Mobile World Congress di Barcellona) parliamo di novità in arrivo nei prossimi mesi. Presente, dunque, non futuro.

La tendenza "smart" (smartphone, smartwatch, smart car, smart city e così via) sta portando nelle nostre vite sempre più oggetti e luoghi che sanno tutto di noi. O aspirano a farlo. Con tutto quello che ne consegue: faremo più cose con meno fatica ma sempre più pezzi del nostro vissuto finiranno in archivi digitali. Bit all'interno di Big Data, come si dice delineando un trend, che fa il paio con la Internet of Things, l'Internet delle Cose in cui gli oggetti dialogano tra loro senza la necessità di un intervento umano. Intorno a noi, invisibile ma presente, ci sarà una vera e propria Digital Skin, una pelle digitale come l'ha definita a Barcellona il CEO di Alcatel-Lucent Michel Combes. Un abito immateriale così ricco da permettere agli oggetti di adeguare in maniera automatica le funzioni in modo da migliorare la nostra esperienza come utenti. A "livello basso" accade con alcuni smartphone già ora. All'estero iol telefono, senza intervento umano, non solo cambia l'ora ma ci propone in evidenza, sulla schermata principale, un doppio orologio con il fuso italiano e quello del Paese in cui ci troviamo.

Perchè accada quanto appena spiegato, le aziende stanno spingendo sul terreno della "sensorizzazione". L'ultimo Samsung Galaxy S5 appena lanciato a Barcellona è un buon esempio in questo senso. Contiene un numero di sensori senza precedenti. Ad accelerometro, giroscopio, prossimità, bussola, barometro, Gps, luce ambientale e infrarossi ha aggiunto impronta digitale e battito cardiaco. la quantità di parametri che può registrare in tempo reale è cresciuta di anno in anno, man mano che si avvicendavano i modelli della gamma Galaxy S. I servizi dalla reale utilità al momento non sono molti ma è facile immaginare il futuro, con l'impiego dei parametri corporei in ambitom fitness o bio-medicale. Oltre all'esplosione dei sensori, si lavora anche sull'ibridazione tra dispositivi, che abbatte le barriere merceologiche di un tempo. La visione di Sony è rappresentata da una console per videogame casalinga composta da una serie di dispositivi mobili. A Barcellona ha trasformato smartphone e tablet in sistemi per il gaming di tutto rispetto usando due pratici trucchetti. I device mobili rimangono il cuore pulsante della console a cui vengono agganciati fino a quattro controller della PlayStation. Visto che poi il monitor è sempre troppo piccolo, gli stessi dispositivi possono mandare il segnale video al televisore, sfruttando lo schermo grande. E la console "puzzle" è fatta.

Altro ibrido che ha attirato molto l'attenzione è il russo Yotaphone Next: l'unico smartphone con due schermi, fronte e retro. Oltre a un classico display LCD da 5 pollici, dietro al telefono troviamo un display a inchiostro elettronico (come quello dei Kindle o dei Kobo) su cui possiamo leggere e-book, controllare twitter o consultare facebook, riducendo al minimo il consumo di batteria. L'immagine composta dall'inchiostro elettronico rimane al suo posto anche a dispositivo spento. E così, se siamo in aeroporto, possiamo visualizzare la nostra carta d'imbarco anche se non abbiamo più batteria.

Tra i progressi più innovativi visti a Barcellona c'è la Connected Paper, la carta connessa della svedese Ericsson. Composta da carta comune, sopra c'è un circuito stampato con inchiostro elettronico formato da un'antenna, una batteria e un microchip. L'idea è di applicarla sugli oggetti per metterci in contatto con loro. Basta toccarla infatti per avviare un flusso elettronico che attraversa il nostro corpo e arriva a un tablet, su cui possiamo visualizzare tutte le informazioni di quel prodotto. Di una zuppa ad esempio verrebbero mostrati gli ingredienti, la descrizione e i consigli di preparazione. E se contiene un alimento al quale siamo allergici, il tablet emette un suono d'allarme perchè ha in memoria le nostre abitudini e i prodotti da evitare. 

Nokia ha mostrato invece il Treasure Tag: una piccola etichetta interattiva che permette di andare alla ricerca degli oggetti smarriti. Ha dimensioni ridottissime (13 grammi di peso), si aggancia a un oggetto come chiavi o borse e viene gestito attraverso un'app per Windows Phone. La Tag emette un suono nel momento in cui si allontana dallo smartphone.Se la cosa che cerchiamo è lontana e non si può sentire l'allarme, allora è possibile rintracciarla attraverso una mappa. I'm Tracer dell'italiana I'm è invece una geolocalizzazione portatile, a forma di orologio da polso, che serve a tenere sotto controllo (attraverso il Gps) gli spostamenti di una persona, ad esempio un bambino o un anziano. 

Anche nell'ambiente urbano si moltiplicano le soluzioni smart. Ancora da Ericsson arriva Zero Site, un palo della luce hi-tech realizzato insieme a Philips. Ha un sistema di illuminazione Led che permette un risparmio energetico dal 50 all'80%, può essere connesso a  delle "smart grid" per usare in modo efficiente l'energia elettrica e in più ha delle celle che gli operatori possono sfruttare per amplificare la banda larga lungo le strade, nei parchi o nei luoghi pubblici. L'altro grande filone di questi tempi è quello legato alle "auto connesse". A Barcellona non mancavano gli esempi. Su Sync AppLink di Ford debutterà anche in Europa l'app Parkopedia che suggerisce in tempo reale il parcheggio migliore valutando tempi di percorrenza, costi e spazi liberi. L'auto più ammirata era però allo stand Qualcomm: un'aggressiva Mercedes CLA45 equipaggiata da un immenso display touch (usa il sistema Qnx di BlackBarry), che gestisce tutte le funzioni sfruttando una connessione ultraveloce 4G.

Fonte: Corriere della Sera