Il secondo Rapporto sulle telecomunicazioni italiane realizzato con il contributo di Francesco Caio riguarda la realizzazione di un programma di lavoro credibile per portare l’utilizzo della banda di connessione internet a un livello non più arcaico come oggi, ma almeno nella media europea entro il 2020. Ne hanno bisogno le imprese e i cittadini italiani che devono poter contare su un processo di modernizzazione.
Il Rapporto dice che:

  1. Probabilmente l’Italia non riuscirà a raggiungere tutti gli obiettivi previsti per l’Agenda Digitale europea;
  2. Non c’è un piano per sfruttare i fondi strutturali europei da investire per l’Agenda Digitale e per la banda ultralarga;
  3. Il governo deve dimostrare visione e leadership oltre a impegnarsi nel monitoraggio della realizzazione (e si direbbe anche l’accelerazione) dei piani di sviluppo dell’infrastruttura di connessione.

La questione è che le compagnie di telecomunicazioni investono per servire la crescita della domanda: ma la modernizzazione digitale del paese può avvenire soltanto se l’offerta si sviluppa proattivamente, nella convinzione (peraltro ben provata all’estero) che un’offerta elevata di banda larga sviluppa l’economia, alimenta l’innovazione, genera nuovi bisogni e dunque nuova domanda. Per questo, sulla scorta dell’agenda digitale europea, il governo deve prendere l’iniziativa.
Le probabilità di successo del “secondo rapporto Caio” sono migliorate rispetto a qualche anno fa dato che, almeno a quanto pare, il contesto sembra più favorevole: allora l’urgenza di raggiungere obiettivi importanti sull’agenda digitale era meno pressante, il controllo della Telecom Italia non rischiava ancora di passare a una compagnia di telecomunicazioni molto indebitata e il governo sembrava tenere più alla televisione che a internet.
Se il processo deve accelerare e questo per qualche motivo non avviene, qualcuno deve intervenire. Chi esattamente? Che cosa succede se il monitoraggio dà esito negativo? A queste domande non risponde il Rapporto. Deve rispondere il paese. E chi lo guida.

Fonte: Blog De Biase