Poche grandi, qualche media, tante, tantissime piccole e micro imprese:  è questa la struttura della nostra economia. Ma pensare "al piccolo" non significa per forza pensare "in piccolo", soprattutto nel contesto economico che stiamo vivendo, caratterizzato da una forte competitività, anche internazionale, a cui l'impresa di dimensione ridotta non è sempre in grado di far fronte.
L'inasprimento della concorrenza, la concentrazione in atto in molti settori e la stagnazione della domanda richiedono alle imprese italiane continui sforzi per migliorare la propria competitività, in tre principali direzioni: aumento dell'efficienza operativa, razionalizzando i costi e le procedure organizzative interne e nella propria supply chain; sviluppo della capacità di innovazione di prodotto, di processo e di mercato, per soddisfare l'evoluzione della domanda e differenziare la propria offerta dai concorrenti; entrata nei mercati internazionali, con particolare attenzione a quelli a maggiore crescita, spesso geograficamente e culturalmente lontani. Innovazione, competitività, collaborazione, sono le parole chiave. Concentrarsi sulla mera efficienza di un macchinario o di una linea produttiva è necessario, ma non è sufficiente a garantire la conquista di reali vantaggi. Per riuscire ad innovare in maniera strutturata occorre però rimuovere alcuni preconcetti tipici della cultura dell'artigianato: "bisogna essere grandi per innovare", "l'artigiano si occupa solo di tradizione", "l'innovazione dell'artigiano è orgogliosamente senza ricerca".
Innovare sistematicamente è possibile, vi sono alcune tecniche dedicate che consentono di osservare i processi come sistemi strutturati e funzionali ad un obiettivo. Tali pratiche che possono incrementare di molto i benefici e l'efficacia dei sistemi, sia in termini di produttività, sia come riduzione dei costi, dei guasti e delle cause radice che li generano.
Certo occorre uscire dal paradigma mentale cui siamo stati abituati, per cui l'unico modo di imparare è provare, riprovare e imparare dagli errori. Il tema del trasferimento del know-how è cruciale nell'artigianato ed è opinione comune che in aziende piccole o medie ci vogliono anni prima che questo accada. E, invece, ormai nessuno si può permettere questi tempi. 
Guarda caso il "colpevole" è sempre il modo con cui si pensa si possa trasferire il know how: trial and error. Ma siamo sicuri che sia l'unico modo? 
E se, invece, fosse possibile perseguire un'innovazione di processo (ovvero miglioramento dei processi e riduzione dei guasti, strategie e metodi per trasformare efficacemente idee vincenti in realtà producibili efficientemente), imparando un metodo strutturato? 
Proprio per rispondere a questa domanda, l'Unione artigiani di Milano, Monza e Brianza,  ha organizzato un incontro di studio dal titolo "Trasformare idee in realtà", per parlare del miglioramento dei processi e riduzione dei guasti, strategie e metodi per trasformare efficacemente idee vincenti in realtà producibili efficientemente. L'appuntamento dunque è per il 10 aprile (ore 17:30 - 19:30, Sede Direzionale Unione Artigiani,Via Doberdò, 16 - Milano).

Fonte: Unione Artigiani della Provincia di Milano