Aumenta il numero di Pc connessi in Italia e nel mondo nel primo quadrimestre dell'anno in corso (+ 5 % rispetto all' ultimo quadrimestre del 2010), con il nostro Paese che risulta però uno dei più lenti a livello europeo per velocità di navigazione media, davanti soltanto alla Spagna.

Dal rapporto sullo “Stato di Internet” pubblicato in questi giorni dalla società Akamai, sui cui server transita ogni giorno dal 15 % al 30 % del traffico dati mondiale si possono trarre parecchie considerazioni interessanti sui mutamenti in corso nel panorama della connettività globale.
I paesi che viaggiano più velocemente sulla Rete sono quelli asiatici, con, Corea del Sud, Hong Kong e Giappone di gran lunga in testa a tutti. In media i sudcoreani navigano a 14,4 Mb al secondo, gli abitanti dell'ex colonia britannica a 9,2 Mbps e i giapponesi a 8,2 Mbps. Cifre stratosferiche, se si pensa che la media italiana è di 3,7 Mbps. Ci stanno lasciando indietro anche nazioni come Romania (6,6 Mbps di velocità media, con picchi di connessione di 32,7 Mbps) Repubblica Ceca e Slovacchia.

Ciò si spiega, probabilmente, con la crescente adozione delle reti in fibra ottica da parte degli Stati dell'Est; l'Italia, pur avendo cominciato prima di tutti a cablare i maggiori centri urbani, è rimasta progressivamente inerte: litigi e contese fra operatori, legati anche alla particolare posizione di quasi monopolio di Telecom, non hanno consentito finora di sbloccare la situazione, e il progressivo taglio deli stanziamenti governativi che dovevano favorire la diffusione della banda larga non ha certo aiutato; col risultato di danneggiare in prospettiva anche la nostra economia, visto che disporre di una connessione iperveloce significa poter accedere a tutta una serie di nuove opportunità di business.

Ci possiamo in parte consolare con l'entrata nella top ten di Akamai dei Paesi con il maggior numero di indirizzi Ip connessi a Internet, un dato dovuto al moltiplicarsi dei dispositivi posseduti da ciascun internauta: al vecchio Pc molti hanno affiancato smartphone e tablet. D'altra parte, l'Italia risulta essere uno dei pochi Paesi, in Europa, in cui esiste una frangia di popolazione di dimensioni non irrilevanti (vicina all'1 %) che naviga ancora a velocità inferiori a 256 Kbps; migliaia di persone che adoperano ancora il vecchio modem a 56k.

Nel rapporto Akamai figurano anche alcuni campi in cui l'Italia eccelle, ma non sono proprio però primati di cui andare fieri: siamo nei primi dieci come centro di origine di attacchi informatici da rete fissa e addirittura al primo posto per quanto riguarda gli attacchi da rete mobile.

Fra i paesi “canaglia” da cui provengono le minacce informatiche, fa la sua comparsa per la prima volta la Birmania, o Myanmar, che vola direttamente al primo posto di questa speciale classifica, seguita da Usa, Taiwan, Russia e Cina.