Parlare di Internet nel 2011 significa parlare di un dato di fatto, portare esperienze, abbozzare strategie con la consapevolezza che tutto cambia alla velocità della luce. Punto primo: chi (e quanto) vive sul web? Il 54% degli italiani rappresenta il popolo attivo della rete, il restante 46% non è connesso, almeno non in maniera diretta, visto che il 20% del sottoinsieme si connette da amici e parenti.

I dati di Ipr marketing sono stati presentati dal ceo Antonio Noto al "Forum digital media" organizzato dal Sole 24 Ore nella sede milanese di via Monte Rosa 91. Si scopre che le due categorie tradizionalmente svantaggiate in Italia - donne e giovani - sono le più attive in rete, all'interno di quel 31% che passa oltre 4 ore al giorno connesso. Tra i temi più dibattutti, i social network, in particolare Facebook, che in Italia ha 12 milioni di utenti attivi al giorno. E infatti il 58% degli utenti ha un profilo su un social network e il 10% partecipa a discussioni su Twitter. L'11% ha un blog, il 18% è iscritto a una comunità virtuale legata a specifici interessi (come Anobii per i libri) e il 15% fa parte di un gruppo di acquisto.


Quanto all'e-commerce, nell'ultimo anno i prodotti più acquistati sono stati libri, film e musica (45%), seguiti da elettronica ed elettrodomestici (43%). La delizia degli acquisti online sono i prezzi più vantaggiosi e la disponibilità di prodotti altrimenti difficili da reperire, la croce la paura che quanto visto sul web non corrisponda poi all'effettivo acquisto.


Secondo Roberto Liscia, presidente Netcomm, «solo lo 0,03% delle transazioni sono fraudolente». Per Davide Surace, capo del digitale di Euronics Italia, «rispondere agli utenti ha portanto il "tasso di positività" del brand Euronics dal 38% al 72%». Perchè una campagna online funzioni, però, «non devono esserci momenti morti, va sempre alimentata».


«I social media sono come il pongo: non cambiano da soli, ma insieme alle persone che li utilizzano»
, aggiunge Pepe Moder, capo del digitale di Barilla holding, secondo cui sul web «non ci devono essere assiomi, è spazio di pura sperimentazione». Infine la domanda al pubblico: «Siamo sicuri che il web sia un mondo diverso o forse è solo un modo diverso per fare le stesse cose?».


Federico Rampolla
, Interactive Italy lead di Accenture ha affrontato il tema delle metriche: non tutti i click valgono allo stesso modo. Fabrizio D'Aloia, presidente e ceo di Microgame, ha portato l'esperienza dell'azienda nel gaming online.


Spazio per il cloud computing: «Un paradigma che noi utenti, come persone, abbiamo già accettato con i vari servizi online che usiamo tutti i giorni e che utilizzano le risorse in remoto via internet» spiega Stefano Mainetti, professore incaricato tecnologie servizi e applicazioni di Internet al Politecnico di Milano. I Cio delle aziende sono convinti dell'importanza di questa rivoluzione nelle infrastrutture tecnologiche, anche se c'è ancora un gap «tra quanto desiderato ed effettiva offerta». 


Giangiacomo Olivi
, partner e responsabile dipartimento IP&T DLA Piper ha affrontato il difficile tema del diritto digitale, con un mondo, il web, che corre più veloce delle normative: «Occorre liberarsi dai pregiudizi ideologici - afferma - le tecnologie per anonimizzare gli utenti ci sono, e ai pubblicitari non serve sapere se davanti al pc c'è proprio il signor Rossi».


Spazio anche per media e crossmedialità: Francesca Folda, direttore di Sky.it, ha spiegato il valore dell'integrazione con Facebook per aumentare i contatti e la relazione con gli utenti per il sito della tv satellitare. Il rapporto tra web e tv è bidirezionale con varie forme di interazione, fino all'idea «di creare nuovi format che nascano da internet per approdare sullo schermo televisivo».


«Da questa stagione Mediaset ha messo a disposizione l'intero palinsesto, con la formula del catch up (la cosiddetta tv del giorno dopo, ndr) - aggiunge Yves Confalonieri, direttore Rti interactive media - e non ha tolto nessun ascoltatore alla tv». E' d'accordo Andrea Portante, responsabile marketing & business development Rai nuovi media: «Non esiste la cannibalizzazione», che poi aggiunge: «Nemmeno tra una piattaforma e l'altra». Il tema della valorizzazione di forum e spazi online proprietari rispetto a quelli già affermati (Facebook, YouTube, eccetera) è però dibattuto.


Fonte: Il Sole 24 Ore