Nove miliardi di debiti "congelati" e domande che continuano a crescere. È questo il dato principale, alla fine di febbraio, della moratoria sui debiti delle piccole e medie imprese. L'intesa tra Abi e associazioni degli imprenditori, sottoscritta al ministero delle Finanze alla fine dell'estate scorsa per lasciare ossigeno all'economia in un momento di crisi straordinaria, prevede in primo luogo la sospensione per 12 mesi del pagamento della quota capitale dei mutui e delle operazioni di leasing immobiliare (6 mesi per quello mobiliare).


Alla fine di febbraio, 153mila imprenditori avevano presentato domanda per la moratoria, il 13% in più rispetto a gennaio. Proprio questo incremento ha sorpreso il ministero dell'Economia e Finanze (Mef), dal momento che l'avviso comune per la sospensione dei debiti è in vigore da quasi sei mesi. Delle 153.468 domande presentate, quasi 23.000 (22.886) sono ancora in corso d'esame, mentre quelle non accolte sono 3.314 (2,2%). Le domande accolte al 28 febbraio sono state quasi 114.000 (113.682) per circa 9 miliardi di mutui e leasing sospesi. "9 miliardi lasciati nella disponibilità delle imprese", come ha voluto rimarcare Corrado Faissola, presidente dell'Abi.
L'Avviso comune sulla moratoria inoltre, si legge in una nota del Mef, "ha recentemente incluso alcune fattispecie di operazioni di particolare interesse per il settore agricolo nonché è stata ampliata anche ai mutui con agevolazione pubblica, se esplicitamente deliberato dall'Ente erogante".

Oltre al sistema bancario, all'Avviso comune hanno aderito numerose Camere di commercio e le Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana e Umbria. Per presentare domanda c'è tempo fino al prossimo 30 giugno. L'obiettivo dell'intesa è principalmente quello di garantire la continuità aziendale a quelle imprese che hanno bisogno di pronta liquidità di cassa per superare il periodo di difficoltà dovuto alla crisi.

Rispetto ai settori di provenienza delle domande, spiccano in particolare industria, commercio/alberghiero e servizi. Se si guarda alla provenienza geografica (per sede legale dell'impresa), il 54,1% delle domande viene dal Nord Italia; il resto dal centro e dal sud. Al 25 marzo, le banche e intermediari finanziari che hanno aderito sono 584, pari a 33.555 sportelli (il 98,3% del totale sportelli presenti in Italia).


Fonte: La Repubblica
(articolo pubblicato il 29 marzo 2010)