Il tasso di disoccupazione nella regione è del 5% (4,7% a Milano), contro una media nazionale del 7,4%.

La crisi c’è e si fa sentire, ma i suoi effetti a Milano e in Lombardia sono meno pesanti che altrove. Lo stato di salute dell’economia regionale viene fotografato dal rapporto annuale presentato ieri da Assolombarda e da Cgil, Cisl e Uil. Il quadro è quello di «un sistema di ammortizzatori sociali che è riuscito ad assorbire in modo efficace l’impatto del crollo della domanda mondiale». Tradotto, il tasso di disoccupazione (aggiornato al secondo trimestre del 2009) è vicino al 5% in Lombardia ed è del 4,7% nel capoluogo, contro una media nazionale del 7,4%.


«Una situazione che non ci può certo consolare – si legge nel rapporto – ma ci deve far riflettere sul buon funzionamento del nostro sistema di ammortizzatori sociali, in particolare la cassa integrazione. Sistema ulteriormente migliorato con i cosiddetti “ammortizzatori in deroga”, che ampliano il novero dei soggetti tutelati. Dai dati sulla cassa integrazione ordinaria risulta evidente che buona parte dello shock della crisi è stato assorbito grazie alla disponibilità per le nostre imprese e i nostri lavoratori di questo strumento». Nel 2009, infatti, si è registrata un’esplosione delle ore autorizzate dall’apposita Commissione provinciale milanese: 30 milioni di ore, con un aumento del 1400% rispetto al 2008. Più ombre che luci, dunque, ma ci sono anche segnali confortanti. Primo, i miglioramenti qualitativi legati alla scolarità. «La struttura della forza lavoro per titolo di studio - spiega il rapporto - conferma per Milano una presenza di occupati laureati superiore tanto rispetto all’Italia quanto nei confronti della Lombardia e per converso la più bassa incidenza di lavoratori con un titolo di studio inferiore alla qualifica professionale. Una quota, quella dei laureati, in ulteriore crescita rispetto agli ultimi anni, in particolare per la componente femminile, che si conferma relativamente più scolarizzata». Secondo, l’aumento della forza lavoro femminile, che «è enormemente cresciuta». Sia tra i quadri, dove l’incidenza delle donne è aumentata di un terzo arrivando a sfiorare il 20%, sia tra i dirigenti, dove la presenza femminile supera ormai il 10%. Altro elemento positivo, infine, è quello relativo agli infortuni sul lavoro, diminuiti in Lombardia del 3,8%.


Fonte e articolo integrale: Artigianando
(pubblicato il 26 gennaio 2010)