altLa crisi c’è e nessuno lo nega, anche se qualcuno vorrebbe farci credere che il peggio è passato. E anzi forse prendere atto di una crisi non solo momentanea, ma invece strutturale del nostro mondo del lavoro, potrebbe aiutare ad affrontare in maniera più efficace le difficoltà economiche che stiamo vivendo. E ad esempio una delle cose di cui bisognerebbe rendersi conto è che in questo paese nessuno vuole più fare i lavori artigianali, con il risultato che migliaia di posti restano vacanti.

A denunciarlo è la Confartigianato che sull’argomento a snocciolato numeri molto significativi. Innanzitutto nel 2009 un’impresa artigiana su quattro ha avuto problemi a reperire manodopera qualificata. A fronte di una richiesta di 93.410 dipendenti infatti, ben il 25,1% è rimasta inevasa, il che significa che 23.446 posti di lavoro sono rimasti vacanti. Una situazione davvero emblematica se si pensa che le richieste riguardano il mondo del lavoro giovanile e che in questo ambito il tasso di disoccupazione under 25 è pari al 23,5%, mentre quello di occupazione under 29 anni è del 39,3% a fronte di una media europea superiore al 50%.

Insomma ci sarebbero opportunità da sfruttare e i nostri ragazzi non lo fanno. Duro stabilire a chi debba essere data la colpa di questa situazione: restano però numeri eloquenti su cui si potrebbe cominciare a ragionare seriamente, agendo innanzitutto nella scuola e nel passaggio successivo al mondo del lavoro. Ecco un modo serio per affrontare la crisi economica attuale e programmare meglio il futuro occupazionale del nostro Paese.


Fonte: Artigianando

(articolo pubblicato il 21 gennaio 2010)