altUn'impresa artigiana su quattro ha avuto difficoltà, nel 2009, a reperire personale qualificato. Con il risultato che lo scorso anno, rispetto ad un fabbisogno occupazionale di 93.410 persone, i piccoli imprenditori hanno dovuto rinunciare ad assumere il 25,1% della manodopera necessaria, pari a 23.446 persone. Il dato è stato reso noto in occasione del convegno organizzato a Roma dalla Confartigianato per approfondire i contenuti del 'Piano di azione per l'occupabilità dei giovani attraverso l'integrazione tra apprendimento e lavoro' messo a punto dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e dal ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.

"Il piano 'Italia 2020' - ha detto il segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli - è finalmente l'occasione per rilanciare l'apprendistato, offrendo ai giovani uno strumento formativo fondamentale per entrare nel mondo del lavoro. L'apprendistato rappresenta infatti il principale strumento di inserimento nelle imprese artigiane attraverso un percorso di formazione e lavoro. Nel 2008 (ultimo dato disponibile, ndr) gli apprendisti nelle imprese artigiane erano 218.344, vale a dire circa un terzo rispetto al totale dei 640.863 apprendisti".
"L'apprendistato - ha precisato - ha a che fare con il nostro futuro economico perchè è rimasto l'unico istituto a causa mista, 'titolato' a doppia forma: quella del lavoro e quella dell'apprendere. Sono caratteristiche che portano a costruire quelle figure professionali che, ancora oggi, nell'artigianato mancano".

Relativamente ai costi, ha ricordato Fumagalli, "dal 2007 è stata introdotta una contribuzione a carico delle aziende: 1,5% il primo anno, 3% il secondo anno e 10% per gli anni successivi eventuali di apprendistato". "Ma - ha rimarcato - c'è un costo di formazione a carico delle aziende che noi abbiamo stimato in 1 miliardo e 600 milioni all'anno che e' il valore del tempo sottratto alla produzione".


Fonte: Artigianando
(articolo pubblicato il 14 gennaio 2010)