Startupper under 18. Si sono sfidati in BIZ Factory, all'interno del programma "Impresa in azione". Il presidente della giuria ci racconta perché è importante cominciare a scuola e quale sarà il progetto che, alla competizione europea di luglio a Tallin, rappresenterà l'Italia. Che ha ancora molto da fare sul fronte dell'educazione imprenditoriale.

Si è tenuta il 5 e 6 giugno scorsi presso il Vodafone Village di Milano BIZ Factory, la competizione che da undici anni premia l’intraprendenza e lo spirito innovativo degli studenti delle scuole superiori italiane, ideata da Junior Achievement. Stefano Mainetti, consigliere delegato di Polihub che ha presieduto la giuria scelta per valutare le classi in gara, racconta questa esperienza.

20 agguerriti team di aspiranti imprenditori provenienti da tutta Italia hanno animato per due giornate l’headquarter italiano di Vodafone con i loro stand e i loro elevator pitch. Fin qui, per uno come me che vive le sue giornate tra startupper o aspiranti tali, tutto potrebbe sembrare normale. Se non che questi team erano composti da ragazze e ragazzi tra i 16 e i 18 anni. Proprio così: siamo abituati, ormai, alle startup nate negli ambiti universitari, ma nelle scuole superiori proprio no!

Junior Achievement è l’organizzazione che già 10 anni fa in Italia parlava di educazione imprenditoriale proponendo un metodo d’apprendimento singolare, ovvero lasciare gli alunni imparare facendo. La formula è semplice: prendi un docente di scuola superiore fortemente appassionato alla crescita dei suoi studenti, abbinalo ad alcuni manager o imprenditori locali e chiedi semplicemente loro di instillare tra gli studenti il coraggio di sognare. E così la creatività diventa contagiosa, l’energia diventa innovazione, un semplice gruppo di compagni di classe diventa una vera e propria impresa perfettamente funzionante.

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