In quale paese imposte e contributi pesano di più sugli stipendi? (E no, non è quello che state pensando).

Venerdì 11 aprile l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha pubblicato i nuovi dati sul cuneo fiscale dei paesi membri. Il cosiddetto “cuneo fiscale” è quella percentuale dello stipendio lordo del lavoratore che viene pagata in tasse e contributi (è da una diminuzione di questo cuneo si prenderanno i famosi 80 euro al mese in busta paga annunciati dal governo – ci torneremo dopo). Si sente spesso dire che in Italia il cuneo fiscale è a livelli altissimi, e in effetti in questa classifica è ai primi posti, anche se non prima. Il paese con il cuneo fiscale più alto è il Belgio dove in media il 55,8 per cento dello stipendio finisce in imposte o contributi. L’Italia, con il 47,8 per cento, è “soltanto” sesta. Quartz ha realizzato un grafico per illustrate i dati dell’OCSE.

 

Secondo l’OCSE, rispetto agli ultimi dati relativi al 2012 ci sono pochi cambiamenti. In generale le tasse sul lavoro sono aumentate (la media di tutti i paesi è cresciuta dello 0,2 per cento, passando da 35,7 a 35,9 per cento). I motivi principali dell’aumento sono la riduzione delle esenzioni fiscali che è stata compiuta da diversi governi: eliminando le esenzioni si aumenta infatti il totale delle imposte da pagare e quindi aumenta la media del cuneo. I paesi dove il cuneo è cresciuto di più sono Portogallo e Stati Uniti, dove è arrivato rispettivamente al 41,1 per cento e al 31,3 per cento.

Nelle parti più alte della classifica invece non è cambiato molto. Al primo posto c’è sempre il Belgio, come abbia visto, seguito da Germania (49,3 per cento), Austria (49,1 per cento), Ungheria (49 per cento) e Francia (48,9 per cento). L’Italia è sesta, stabile rispetto all’anno scorso e sorpassata dall’Austria.

Il famoso “aumento di 80 euro in busta paga” promesso dal governo Renzi e inserito nel DEF (qui abbiamo spiegato che cos’è) presentato l’8 aprile è una misura che dovrebbe incidere proprio sul cuneo fiscale, abbassando di 80 euro le imposte pagate dal lavoratore e aumentando così il suo stipendio. Si tratta di una misura “dal lato del lavoratore”, cioè in cui lo sgravi fiscale si tramuta in un aumento di stipendio. Sul cuneo fiscale si può anche agire dall’altro lato, tramutando lo sgravio in un risparmio sulle imposte che paga il datore di lavoro.

 

Fonte: Il Post.it