Giovani, donne, stranieri. Senza di loro il numero di imprese in Italia sarebbe crollato. Insieme rappresentano il 44% dell’intero mondo dell’azienda Italia. La voglia d’impresa si sta diffondendo nel nostro paese e vede nuovi protagonisti.

Giovani, donne, stranieri. Senza di loro il numero di imprese in Italia sarebbe crollato. Insieme rappresentano il 44% dell’intero mondo dell’azienda Italia. La voglia d’impresa si sta diffondendo nel nostro paese e vede nuovi protagonisti. Segno dei tempi: delle difficoltà di far crescere l’occupazione alle dipendenze; della necessità di porre attenzione al protagonismo imprenditoriale, supportandolo con solide reti di servizi. L’exploit è quello delle imprese straniere. Napoli, Roma, Monza e Milano sono le culle della crescita in Italia. Nel 2013 sono le province con l’incremento più consistente e hanno creato un esercito giunto alle 500mila unità, l’8,20% del totale imprese registrate nel nostro paese. Un’armata pacifica e invincibile, cresciuta nel 2013 a un ritmo nettamente superiore a quello del totale imprese:

4,88% rispetto allo 0,21% del totale imprese. Delle 497.080 imprese straniere, 384.318 sono capitanate da cittadini extra Ue. E’ il loro saldo positivo di 23.285 unità a consentire di mantenere la quota netta e il bilancio anagrafico di tutto il sistema imprenditoriale italiano, cresciuto nello stesso periodo di sole 12.681 unità. «Siamo in presenza di una completa affermazione nella nostra società del fenomeno stranieri, che conta sia sulle imprese guidate da immigrati, sia sulla forza lavoro occupata nel nostro sistema produttivo – spiega il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – Una forza occupazionale complessiva che fornisce un contributo determinante alla produzione economica del nostro paese e al valore aggiunto creato». Alla fine del 2013, sono tre le regioni nelle quali oltre un imprenditore su 10 è un cittadino di origine straniera (Toscana, Liguria e Friuli Venezia-Giulia) e 14 le province in sui l’imprenditoria straniera supera il 10% del totale del tessuto produttivo locale. Donne e giovani
Una ogni quattro imprese nel nostro paese ha una donna al comando. Ci sono settori, come la sanità e i servizi alla persona, dove quasi una impresa su due è rosa. A fine 2013, si contavano 1,5 milioni di imprese femminili (1.429.897 per l’esattezza), pari al 23,6% del totale del tessuto produttivo nazionale. E la loro crescita è percentualmente superiore a quella del totale imprese ( 0,24% contro 0,21%). Una dinamica ininterrotta nell’ultimo triennio: tra dicembre 2011 e dicembre 2013, le imprese rosa sono cresciute dello 0,75% rispetto a una media dell’intero tessuto imprenditoriale italiano che nello stesso periodo è aumentata dello 0,56%. Infine, i giovani. E’ anche qui ormai un’armata di italiani under 35 quella che ha deciso di giocare la partita dell’impresa scegliendo di rischiare e di mettersi in proprio. Solo nei primi nove mesi del 2013, sul totale delle 300 mila nuove imprese nate, oltre 100mila (il 33,9%) vedono alla guida uno o più giovani con meno di 35 anni. A ottobre 2013 le imprese giovani valevano il 10,5%, per uno stock in valore assoluto arrivato a 637.359 imprese. Oggi sono 675mila le giovani imprese, pari all’11,1% del totale delle imprese registrate a livello nazionale. Intorno ad esse è nata una rete di sostegno ricca di iniziative. Come il contest «Innovatori d’Impresa», per esempio, un premio che prevede la copertura del 70% dei costi relativi alla collaborazione professionale, che tre giovani imprese premiate potranno avere per un valore totale di 140mila euro.

 

Fonte: Walter Passerini - La Stampa