Nonostante il protrarsi della crisi spunta una luce in fondo al tunnel: anche quando le condizioni del mercato non sono vantaggiose la voglia di fare impresa e il fermento di chi ha buone idee sembrano reggere l’urto della congiuntura. È quanto emerge da un’analisi di InfoCamere dei dati della sezione speciale del Registro delle imprese gestito dalle Camere di commercio, dedicata alle start-up innovative ad un anno dalla sua creazione. 

Al 17 marzo scorso hanno toccato quota 1.792 le società che hanno come obiettivo sociale «lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico». Nell’ultimo anno sono insomma spuntate cinque startup al giorno. 

A trainare la dinamica è la Lombardia con 355 unità. Seguono con valori elevati l’Emilia-Romagna (202) e il Lazio (187). Sul fronte opposto si incontrano invece Valle d’Aosta, Basilicata e Molise rispettivamente con 6, 9 e 10 soggetti accreditati. Tra le regioni meridionali è la Campania, con le sue 83 unità registrate, quella con l’insieme più numeroso, seguita da Puglia (76) e Sicilia (63). 

Riguardo ai settori, oltre il 30% del totale di aziende «innovative» iscritte negli ultimi dodici mesi, è dato dalle attività legate alla produzione di software e la consulenza informatica, dove al 17 marzo si contano 546 imprese. Molto vivace appare anche il comparto della «Ricerca e sviluppo» (312 unità, 17,4%). 

Per agevolarne la nascita e lo sviluppo - ricorda Infocamere - il Governo, con il Decreto Crescita 2.0 convertito in legge il 19 dicembre 2012, ha predisposto una serie di esenzioni ai fini della costituzione ed iscrizione dell’impresa nel Registro delle Imprese, agevolazioni fiscali, nonché deroghe al diritto societario e una disciplina particolare nei rapporti di lavoro nell’impresa.  

Fonte: La Stampa