Donne senza guscio, espressione mutuata dal linguaggio metaforico degli Yamana, indios della Terra del Fuoco, è l’associazione creata da Luisa Pogliana, una vita passata in Mondadori come direttrice delle ricerche di mercato, insieme ad altre 4 manager.
«Entriamo in azienda senza la protezione di un’appartenenza consolidata ma accettiamo il rischio di esporci per cercare un nuovo guscio adatto al nostro corpo, abbandonando quello di prima che ci soffocava. Noi manager siamo “Donne senza guscio”, come il granchio nello stato vulnerabile in cui, persa la vecchia corazza, non dispone ancora della nuova».

“Donne senza guscio. Percorsi femminili in azienda” (Guerini e Associati) è anche il titolo del libro scritto da Luisa per «raccontare che cosa vuol dire essere donna e manager, tra soddisfazioni e rabbia, ostacoli e traguardi da affrontare giorno per giorno».

«Quando a 60 anni sono uscita dall’azienda – spiega Luisa Pogliana, che oggi è consulente per lo sviluppo di progetti internazionali – ho deciso che era il momento giusto per scrivere. Questo libro ha coinvolto nelle discussioni molte altre donne, portando alla luce barriere visibili e invisibili, una cultura diffusa che penalizza, ma anche la creatività, il coraggio e l’ironia con cui si superano le difficoltà. Soprattutto è emerso un nodo irrisolto per molte: il rapporto con il potere aziendale». 

«All’inizio, quando sono entrata nelle strutture di vertice dell’azienda, credevo che ci fosse da parte mia un’incapacità di adeguarmi a modalità e regole consolidate – prosegue -, poi ho capito che è un problema diffuso, perché noi donne abbiamo un’altra concezione del potere e dell’essere manager».  Su questo tema è stato sviluppato un nuovo progetto, un lavoro collettivo, discutendo delle proprie esperienze anche con altre manager in ruoli decisionali alti. Così è nato l’ultimo libro di Luisa Pogliana “Le donne il management la differenza. Un altro modo di governare le aziende” (Guerini e Associati). Ed ecco il convegno, un mese fa, per dare voce alle esperienze di chi vede l’azienda come una costruzione comune fatta di tanti soggetti che, pur con interessi diversi, contribuiscono tutti a creare valore. Ed è dunque necessario e possibile tenere conto di tutti, dare a tutti un giusto ritorno. Le esperienze realizzate mostrano che c’è un altro modo possibile e più vantaggioso di essere manager non in contraddizione con se stesse. Mettendo in discussione proprio le pratiche e le regole consolidate del management. Aprendo nuove prospettive.

Fonte: La 27esima Ora