Nuove targhe e una nuova segnaletica a terra guideranno milanesi e turisti. Domani la partenza dal teatro Dal Verme con la vicesindaco, domenica visite guidate gratuite e ingresso libero al Museo Archeologico.
 
Nuove targhe e un nuovo percorso segnaletico a terra guideranno milanesi e turisti alla scoperta dei luoghi storici della Milano Romana. Domani, alle 11:30, davanti al teatro Dal Verme, in via San Giovanni sul Muro 2, prende il via il primo percorso della Milano Romana con la vicesindaco.

Un viaggio a piedi alla scoperta dei luoghi più affascinanti della città antica: il palazzo dove viveva e regnava l’imperatore Massimiano, il circo dove si svolgevano le corse dei carri molto amate dal popolo, il teatro che poteva ospitare fino a 8 mila spettatori, le domus, la Porta Ticinensis (al Carrobbio) nota come “torre dei malsani” perché annessa a un lebbrosario, le colonne e la chiesa di San Lorenzo, il sacello di Sant’Aquilino (in San Lorenzo), l’anfiteatro dove si svolgevano duelli tra gladiatori, lotte tra uomini e animali feroci, pubbliche esecuzioni di condannati ad bestias, cioè a essere sbranati dalle fiere, e addirittura battaglie navali.Per conoscere i luoghi e la storia dei luoghi della Milano Romana e per muoversi più facilmente alla loro scoperta, i cittadini e i turisti d’ora in poi saranno guidati da nuove targhe e da un nuovo percorso segnaletico a terra, grazie ai quali sarà più facile conoscere la storia dei luoghi. Le indicazioni per visitare i più vicini siti, musei e resti archeologici della Milano Romana sono state installate, grazie alla collaborazione con Atm, anche nelle fermate della metropolitana di Cairoli, Cordusio,  Duomo,  Cadorna,  Sant’Ambrogio  e Porta Genova.

Domenica 4 maggio sarà possibile effettuare visite guidate gratuite lungo il percorso e, per l’occasione, il Museo Archeologico sarà aperto con ingresso libero. Le visite guidate a piedi lungo il percorso della Milano Romana, della durata di due ore, partiranno alle ore 10, 14:30 e 16 dal Museo Archeologico, dove i cittadini saranno accolti da legionari e centurioni romani. Si consiglia la prenotazione al numero 02.20404175.

Il primo percorso sperimentale parte da via S. Giovanni sul Muro (MM Cairoli), dove sorgevano l’antica cerchia muraria e la Porta Vercellina, costruite dopo l’ottenimento della cittadinanza romana nel 49 a.C. e che racchiudevano un’area di quasi 80 ettari (il perimetro era di circa 3.500 metri) ed erano circondate da un fossato dove affluivano le acque del Seveso.

Queste le tappe più significative della Milano Romana. 
In via Brisa sorgeva il palazzo dell’imperatore Massimiano (che occupava l’area tra via Torino e corso Magenta). Il palazzo era sia la residenza imperiale sia luogo di rappresentanza, e comprendeva anche le terme private e il circo (l’equivalente dell’ippodromo), dove l’imperatore si mostrava solennemente ai sudditi. Di questo vasto quartiere polifunzionale, rimasto almeno parzialmente in uso forse fino al X secolo, si conservano oggi a vista in via Brisa soltanto resti di un edificio di rappresentanza, dotato di impianto di riscaldamento ma molti resti archeologici sono ancora conservati sotto gli edifici circostanti.

Tra via Circo e via Vigna sorgeva il circo, costruito alla fine del III secolo d.C. dall’imperatore Massimiano Erculeo, dove si svolgevano le corse dei carri, molto amate dal popolo, fino al VI secolo d.C. Qui nel 604 d.C. viene proclamato re dei Longobardi Adaloaldo. Nei secoli successivi viene progressivamente spogliato e demolito. La sua definitiva distruzione risale probabilmente al 1162 d.C. ad opera del Barbarossa o dei milanesi stessi, per impedire agli assedianti l'utilizzo come roccaforte contro la città. Prima della riscoperta del monumento a partire dal 1939, si perde addirittura memoria della sua ubicazione, ricordata soltanto dai nomi di via Circo e delle chiese di Santa Maria ad Circulum e Santa Maddalena ad Circulum, sorte presso il lato curvo dell’antico edificio e demolite nel 1789.

Nel giardino del Museo Archeologico, in corso Magenta 15, sono ben conservati un tratto della cinta muraria massimianea e la torre "di Ansperto", a ventiquattro lati. Le mura continuano nei sotterranei del Museo. La presenza in città dell’imperatore Massimiano e della sua corte alla fine del III sec. d.C. modificò profondamente l’assetto della città. La costruzione della residenza imperiale e del circo determinò sicuramente lo svuotamento di alcune aree centrali della città e di conseguenza l’ampliamento dell’abitato ben oltre le mura repubblicane nel settore est, che venne circondato di nuove mura; la nuova cerchia raggiunse così un perimetro di 4.500 metri. A ovest la cinta muraria comprese parzialmente il circo di recente costruzione, che sul lato curvilineo, destinato anche a funzione difensiva, venne dotato di feritoie.

Tra piazza Affari e via S. Vittore si trovano i resti del teatro, l’edificio pubblico più antico della città tardo repubblicana o augustea (metà-fine del I secolo a.C.), che testimonia l'importante momento storico in cui Milano, municipium romano dal 49 a.C., si dota di edifici pubblici, sacri e profani. A pianta semicircolare, l'edificio poteva ospitare circa 8.000 spettatori, che prendevano posto sulle gradinate sostenute da arcate e gallerie. Utilizzato per rappresentazioni teatrali, giochi, feste e riunioni, continuò a ospitare assemblee popolari fino al XII secolo, quando, in seguito alle distruzioni compiute dall'imperatore Federico Barbarossa nel 1162, se ne perse memoria. 
  
In via Morigi 2 si trovano i resti di pavimento in battuto di malta con inserti di marmo testimoniano la presenza delle domus, di cui restano tracce assai labili, che raramente e soltanto in parte consentono di ricostruire la planimetria delle case, soggette a ristrutturazioni, cambi di destinazione d’uso, distruzioni e ricostruzioni, a causa della continuità di vita della città. 
  
In largo Carrobbio sorgeva la Porta Ticinensis, l’unica porta urbica della cinta muraria di  I sec. a.C. parzialmente conservata: la torre, nota come “torre dei malsani” perché annessa a un lebbrosario, alta 9 metri e attualmente inglobata in un edificio moderno, costituiva la torre poligonale destra – per chi esce dalla città – della Porta Ticinensis, composta da due fornici (passaggi) e da due torri laterali. La porta sorgeva all’incrocio di quattro assi stradali (quadruvium da cui l’attuale Carrobbio) due interni e due esterni, uno per Ticinum (l’attuale Pavia), l’altro per Habiate (Abbiategrasso).

Le colonne di San Lorenzo e il portale di Sant’Aquilino, in corso di Porta Ticinese: il colonnato marmoreo davanti alla facciata di San Lorenzo è il monumento romano meglio conservato e più famoso di Milano. Fu eretto in epoca tardo antica (probabilmente nel V secolo d.C.) come prospetto scenografico dell’atrio antistante la chiesa, ma è costituito da colonne, basi, capitelli e frammenti di architrave assai più antichi, recuperati da un ignoto edificio pubblico della seconda metà del II secolo d.C. Sempre nel complesso laurenziano è reimpiegato un altro eccezionale elemento architettonico in marmo, anch’esso di provenienza sconosciuta ma appartenente in origine a un edificio pubblico della fine del I secolo d.C.: il portale che introduce al corpo ottagonale della cappella di Sant’Aquilino. 
  
La chiesa di San Lorenzo, nonostante i danni subiti nel corso del tempo, il superbo edificio paleocristiano, fuori dalle mura, lungo la via per Ticinum (Pavia) e presso le acque della Vepra, si conserva ancora in gran parte. La pianta, con corpo centrale quadrato su cui si aprono quattro esedre affiancate da quattro torri laterali e tre cappelle ottagonali, è la più antica testimonianza conosciuta di chiesa “tetraconca” (con quattro pareti ricurve). Preceduta da un atrio oggi perduto con fronte decorata da un colonnato di reimpiego, l’edificio è stato variamente datato tra il IV e il V secolo. Studi attuali, sostenuti anche da recentissime indagini archeometriche combinate con rilievi stratigrafici delle murature, ipotizzano che la costruzione sia avvenuta nel periodo compreso tra 390 e 410 d.C. 
  
Il sacello di Sant’Aquilino (in San Lorenzo). Per la sua forma e la ricchezza dell’interno, di cui ora si conservano solamente alcune tracce, il sacello è stato considerato un mausoleo imperiale. Attualmente è possibile visitare, nel sotterraneo, anche la platea di fondazione su cui poggia l’edificio, formata da blocchi di pietra squadrati, provenienti in gran parte dalla demolizione del vicino anfiteatro. La cappella di Sant’Aquilino, che recenti indagini propongono di datare tra 390 e 430 d.C., si compone di un atrio a forcipe e di un corpo ottagonale all’esterno, articolato internamente in un alternarsi di nicchie semicircolari e ottagonali. 
  
In via De Amicis 13 sorgeva l'anfiteatro, uno dei più grandi noti in Italia settentrionale, che sorse nel I secolo d.C. all’esterno delle mura cittadine, non lontano dalla Porta Ticinensis. Nell'arena centrale ellittica, circondata da gradinate per gli spettatori, si svolgevano duelli tra gladiatori, lotte tra uomini e animali feroci, pubbliche esecuzioni di condannati ad bestias, cioè a essere sbranati dalle fiere, e addirittura battaglie navali. Nel corso del V secolo d.C. l'anfiteatro, che poteva ospitare 20.000 spettatori, venne spogliato dei materiali edilizi dell’anello esterno, reimpiegati per nuove costruzioni o per rinforzare la cinta muraria urbana. È stato ipotizzato l’utilizzo della struttura ancora in epoca longobarda (VI-VII secolo d.C.), forse come sede della guarnigione militare. Le imponenti fondazioni della struttura sono visitabili nel Parco Archeologico dell'Anfiteatro, al quale è annesso l'Antiquarium "Alda Levi".

 

Fonte: Comune di Milano