Mentre la Fcc americana (l’ente regolatore delle comunicazioni) pensa a un potenziamento del programma «E-rate», che garantisce alle scuole accesso a Internet a tariffe agevolate, e il presidente Barack Obama, nel suo discorso dello Stato dell’Unione, conferma l’obiettivo di portare entro quattro anni Internet veloce al 99% degli studenti americani, l’Italia riceve l’ennesima tecno-bocciatura. Serviranno quindici anni, di questo passo, dice l’Eurispes, per metterci alla pari con gli altri paesi europei. 

In Italia, nel 2013 - scrivono i ricercatori - si contano circa 70mila lavagne interattive (le Lim)in 1.200 classi e 36 scuole sono coinvolte nelle nuove sperimentazioni didattiche; circa 80mila gli insegnanti che hanno partecipato ad attività formative sull’uso di questa strumentazione. Peccato che le domande di tali attrezzature - fa notare l’Eurispes - siano risultate dieci volte superiori alle possibilità del ministero di poterle soddisfare con le risorse finanziarie disponibili. Sempre al 2013 è stato registrato un numero di 416 «Cl@ssi 2.0» distribuite sul territorio italiano (124 classi, 240 docenti e 2.400 studenti nella scuola primaria; 156 classi, 1.400 docenti e 3.300 studenti nella secondaria di primo grado; 136 classi, 1.360 docenti e 2.900 studenti nella secondaria di secondo grado). Per quanto riguarda il Progetto «Scuola 2.0» (che punta a creare spazi collettivi per un apprendimento organizzato e partecipato in cooperazione da studenti e insegnanti) al 2013 risulta attuato in 15 scuole con il coinvolgimento di 1.350 docenti e 13.500 studenti.
Il ministro Maria Chiara Carrozza ha paragonato l’educazione digitale a “un’educazione civica che si rinnova” e diventa quindi imprescindibile un’educazione etica al digitale.

Fonte: Corriere.it