Il Ministero dello Sviluppo Economico ha elaborato un documento di revisione dello Small Business Act (SBA), il principale strumento europeo di misure e interventi dedicati alle piccole e medie imprese.
Il testo è stato recapitato alla Commissione europea con l’intento di estendere alcune misure già adottate dal modello italiano e introdurre importanti novità anche a livello europeo proponendo ad esempio la creazione di strutture territoriali a livello regionale, favorendo la partnership tra PMI dell’UE e diffondendo la “cultura di rete” tra le piccole imprese e imprese artigiane con l’istituzione di un “Contratto di Rete Europeo”.

Il documento si basa sulla considerazione delle peculiarità territoriali delle piccole e medie imprese in tutta l’area della Comunità. Si intende così uniformare il principio del “think small first”, così da evitare fraintendimenti e incomprensioni dovute a differenze linguistiche. "Pensare  anzitutto  in  piccolo"  significa  che la legislazione deve considerare innanzitutto “le piccole imprese”, cioè  la  stragrande  maggioranza  dei soggetti che operano nel mercato (ricordiamo che il 99,8% delle imprese italiane ha meno di 49 addetti) e attuare con ambizione questo principio per tutto l’intero processo.
Diversi provvedimenti vanno in direzione della tutela dell’imprenditoria femminile e extra-comunitaria. Analizzando i dati relativi alle imprese individuali nel 2009 in territorio nazionale, si scopre che ben 251.562 imprese fanno capo a un titolare non UE, di cui 49.718 sono donne (circa il 20% del totale). Particolarmente interessati dal fenomeno dell’imprenditoria straniera sono il commercio con il 43,2% del totale e il manifatturiero con il 10%. Partendo da questa situazione appare evidente la necessità di riporre attenzione  alle  imprese  extracomunitarie,  in  particolare  al  femminile,  operanti nell'Unione Europea  sostenendo le agevolazioni fiscali, di microcredito e semplificazione amministrativa ed eliminando il limite dei 40 anni per l'accesso alle agevolazioni destinate all'imprenditoria femminile.

Favorire l'accesso delle PMI agli appalti pubblici assicurando agli operatori economici pari condizioni di partenza senza per questo avere trattamenti di favore. Le leggi comunitarie sono orientate alla parità di trattamento ma vanno considerate le differenze sostanziali tra grandi e piccole imprese permettendo alle ultime la stessa possibilità di accesso al mercato delle prime alimentando una effettiva concorrenza. Viene così avvallata l’ipotesi di istituire quote percentuali di appalti in favore delle PMI, introducendo tra i criteri qualitativi la provenienza da zone svantaggiate e la titolarità femminile delle imprese.
Migliorare la comunicazione/informazione alle PMI con l’utilizzo di  infrastrutture per le comunicazioni che non comportino spese eccessive e che permettano un’ampia gamma di servizi orientati al digitale e all’interazione con il mercato globale sostenuti da programmi per l’alfabetizzazione informatica. Per ridurre gli oneri amministrativi e favorire la produttività delle PMI viene vagliata l’ipotesi di istituire una piattaforma web dedicata che permetta di disporre di tutti i formulari in forma elettronica con relative guide per la compilazione e uso.

Secondo quanto riportato nel documento ufficiale: “Per migliorare la situazione sarebbe necessario, quindi, concentrarsi tanto sulla riduzione degli oneri amministrativi quanto sul peso della regolamentazione”- e si aggiunge – “Tutti i programmi europei dovrebbero essere riorientati e ristrutturati verso le esigenze delle PMI ed esaminati sulla partecipazione delle PMI”.
Viene inoltre prospettata per ogni Stato membro dell’Unione Europea l’istituzione di un “gruppo consultivo di esperti”, una sorta di task force che si occupi di riferire le modalità di applicazione adottate (sulla base di indicatori da sviluppare) ed eserciti un monitoraggio finalizzato a coinvolgere maggiormente le organizzazioni di rappresentanza delle PMI garantendo la corretta ed efficace attuazione dello Small Business Act sia a livello regionale sia nazionale.

Si intende rilanciare il venture capital come fattore di sviluppo per le PMI approntando una comunicazione più efficace con cui migliorare una cultura finanziaria lacunosa e spesso assente che porta a non considerare le forme alternative al capitale di debito (soprattutto al Sud dove solo  il 4% degli  investimenti è di venture capital) a cui va accompagnato un rafforzamento dell’infrastruttura finanziaria troppo lontana dalle esigenze del tessuto d’impresa italiano che si affida nella maggior parte dei casi solo al credito bancario. In questa direzione va la  recente pubblicazione del decreto n.101 del 21 aprile – GU n. 154 del 5  luglio 2010 su “Regime  di  aiuto  destinato  a  promuovere  gli  investimenti  nel  capitale  di  rischio  delle  piccole  e medie  imprese”.

Diffondere la “cultura della rete” presso le piccole imprese ed imprese artigiane permettendo, grazie alla specializzazione e alla possibilità di integrazione di competenze addizionali, di raggiungere ampi livelli di efficienza, flessibilità e creatività. Gli imprenditori nel concreto potranno sottoscrivere un “contratto di rete” (Legge  n.  33 e 99 del  2009), si tratta di uno strumento giuridico col quale dar vita ad un progetto basato su attività comuni tra imprese con un unico atto giuridico valido anche ai fini fiscali.

Il direttore generale piccole e medie imprese del  Ministero  dello  Sviluppo  Economico, Piero Antonio Cinti ha spiegato che «Il  riesame  intrapreso  ha  tre  obiettivi:  fare  il  punto  degli  sviluppi  registrati nell'attuazione  dello  SBA; correlarlo con  la nuova agenda politica della Commissione (Europa 2020); valutare attentamente il processo di attuazione e le questioni di governance per incoraggiare gli Stati membri a  tener  fede  ai  loro  impegni  attuando  azioni  concrete  a  favore  delle  PMI  e migliorare  gli  strumenti  per  la  raccolta  di  informazioni  e  il  monitoraggio dell'attuazione dello SBA negli Stati membri».

Il documento integrale del riesame dello Small Business Act è consultabile a questo indirizzo.

Fonte: PMI-dome