Un conto è la sobrietà, un conto la depressione. Gli italiani che hanno ristretto cinghie, spese e investimenti nel vivo della crisi si ribellano ai «catastrofismi» e rincorrono gli impulsi di crescita. Perché i segnali, tra i timidissimi cenni di ripresa, ci sono: il boom dei quasi 400mila imprenditori nati all'estero, il controesodo di talenti under 30, le spese a metà prezzo nei negozi locali...

Il Censis, in un'indagine realizzata in coppia con Eni («Una prospettiva di vigore per uscire dalla depressione») ha individuato "energie e soggetti vitali" che possono allentare la morsa dell'austerity. Eccoli.

Imprese e start up. Milano la città più vitale

Aziende in declino o in fuga all'estero, zavorre fiscali, svendite ai big internazionali... Che l'impresa soffra è un dato di fatto. Ma perfino un anno in bilico come il 2013 ha registrato un saldo in positivo: secondo il Censis, il rapporto quotidiano tra società nate e in chiusura è di 1.053 a 1.018, con ben 2mila start up innovative a regime. La vitalità attechisce con ritmi diversi: tra le città che gli italiani considerano più "vigorose" primeggia Milano, qualificata al primissimo gradino del podio dal 69% degli intervistati. Seguono, con buon margine, Torino e Roma: 22% e 14%. Su scala provinciale i territori più effervescenti nella creazione di imprese e occupazione sono Prato, Monza e Brianza, in una top 20 scandita da località del centro Italia (10 posizioni), nord est e nord ovest (7 e 3 posizioni). E tra chi si orienta all'estero? Sopravvivono le mete – o gli stereotipi - di sempre. L'«intramontabile sogno yankee» continua a far breccia, se è vero che il 44% degli intervistati e addirittura il 54% dei giovani dai 18 ai 29 anni indicano gli States come nazione più pulsante al mondo. Restano in crescita Far East, Oceania e due terre d'approdo classiche in Europa: Giappone (27,5%), Cina (23%), Australia (21%), Regno Unito (13%) e Germania (13%).

Lavoro, donne in crescita (e multitasking)

Quote rosa sul lavoro? I ritardi ci sono. Qualche progresso, pure: secondo il Censis le imprese capitanate da professioniste donne sono cresciute di più di 10mila unità nel giro di due anni. Ad oggi 6,7 milioni di dipendenti fanno riferimento a un superiore di sesso femminile, mentre il 67% dei lavoratori uomini non intravvede "differenze di genere" nella selezione e nella qualità di chi siede in posizioni dirigenziali.

Le donne sono ritenute in media più precise, responsabili e ambiziose, tanto che almeno un quinto dei lavoratori attribuisce alle colleghe maggiore competitivtà (21%) e competenza (20,5%). Il Censis ribadisce anche la vocazione «multitasking» delle lavoratrici. Qualche dato: 7,6 milioni di dipendenti donne fanno la spesa, 7,5 milioni cucinano, 1,2 milioni ha confidenza con il bricolage nel montaggio di mobili e mensole, 900mila eseguono riparazioni idrauliche...

 

Il boom delle imprese di immigratu e la spesa low cost

Sull'intraprendenza, nessun confine. Sfiorano quota 380mila gli imprenditori nati fuori dall'Italia che lavorano e generano reddito nel nostro paese: un balzo del 16,5% in più rispetto al 2009, con rialzi del 21,3% nel comparto retail e del 9,1% nella vendita all'ingrosso. Gli italiani apprezzano: secondo il Censis, 6 milioni di cittadini riempiono il carrello nei negozi etnici, gestiti in grossa parte da indiani e cinesi. Il catalogo varia, a seconda della voci in scontrino e delle motivazioni che spingono tra gli scaffali.

Nel dettaglio 3,5 milioni acquistano prodotti per la casa, 2,6 milioni prodotti alimentari, 2,3 milioni ortofrutta e detersivi, 1,9 milioni richiedono riparazioni per la telefonia mobile. Il 62% sceglie etnico perché «i prezzi sono più vantaggiosi», il 34% va in cerca di prodotti che non troverebbe nei supermercati e il 22% sfrutta l'elasticità degli orari di apertura

 

Pendolari...globali

Se la migrazione è aperta, basta preparare il ritorno. Nella diaspora di talenti in fuga da università e aziende italiane resiste una fetta di 3,7 milioni di under 30 che vive all'estero solo per determinati periodi dell'anno. Sono i cosiddetti «pendolari globali», il flusso prezioso di studenti e professionisti che cresce in Italia, fa esperienze all'estero e cerca di spendersi sul mercato di casa.

Perché se il 26,5% delle nuove leve spera o ritiene opportuno un trasferimento definitivo, ben il 61% vede o vorrebbe vedere l'Italia nel suo futuro. Il controesodo, finora più annunciato che messo in atto, garantirebbe il rimbalzo di competenze e credibilità guadagnate dalle comunità di giovani nel resto d'Europa e del mondo. Tra le mete di trasferimento o passaggio, nessuna sorpresa. O quasi. Alle preferenze per i più prevedibili Stati Uniti (48%), Germania (41%), Australia (40%) e Regno Unito (39%) si affianca un interesse esile per gli emergenti: la Cina non va oltre il 12% , Brasile e India si fermano al 6% e al 4%.

 

L'austerity morde meno. E il consumo è sostenibile

L'austerity stanca. Gli italiani che hanno limato di più i conti di casa restano sulla propria via, ma il Censis registra il desiderio (o il progetto) di sciogliere un po' la tensione sulle spese. Che cosa farebbero le famiglie e i singoli contribuenti, se il reddito risalisse in pianta stabile? Il 38% tornerebbe ai consumi tagliati in anni di crisi, come le cene al ristorante.

Il 33% si rafforzerebbe le spalle per spese impreviste, il 30% si toglierebbe uno degli sfizi ridotti all'osso dalle "spending review" domestiche: viaggi, escursioni, giornate di relax... La sostenibilità, nel frattempo, fa presa: 6 milioni di italiani hanno acquistato prodotti con almeno un processo di ritrasformazione o riutilizzo alle spalle.

 

Eventi ed enogastonomia

Alcuni lo ribattezzano "turismo dei sapori". Di sicuro ci sono iniziative locali, incassi da record e una vitalità indicata dal Censis come antidoto alla depressione di crisi e post e crisi. Sono più di 32mila le sagre registrate nel 2013, per un fatturato complessivo di 700 milioni. Il crocevia tra cultura, tradizione enogastronomica ed escurnionismo parla a un pubblico di 28 milioni di italiani che concilia i piaceri della tavola alle suggestioni storiche, e nazionali, del paesaggio. Tour tra cantine vinicole, passeggiate su luoghi e siti storici, imprese e microimprese che riqualificano casolari o appezzamenti... Dalla Sardegna al Trentino, la tradizione è il primo balzo sull'onda della ripresa.

 

Fonte: Il Sole 24 Ore