“Sostenibile” non è solo una parola, ma fa riferimento ad un preciso approccio di tipo sociale, economico e ambientale. Un metodo di vita, un modo di relazionarsi con il territorio e con gli altri. La sostenibilità ovviamente non è assoluta, ma fa riferimento ad un contesto, una società o un momento economico, che si trovano in determinate condizioni. Esiste una forma di lavoro “sostenibile”, che sta prendendo sempre più piede in Italia e che all’Estero è diffusa da un pezzo: il coworking.
Condivisione, interazione, cooperazione
Il termine fa riferimento alla condivisione di uno spazio lavorativo da parte di persone che svolgono attività (singole o in team) differenti, anche in campi diversi. Le persone svolgono fisicamente il loro lavoro in uno stesso luogo, del quale utilizzano i servizi (es. Internet, servizi, cucina, parcheggio bici, elettricità, ecc…); dispongono tuttavia di una propria postazione (una scrivania, un’area o una stanza dedicata), con cassetti e scaffali, per la quale pagano un affitto.
La postazione può essere affittata per poche ore, per una giornata, per un mese, per un anno, secondo convenzioni diverse. È possibile anche spostarsi da un punto coworking all’altro.
Un esempio che funziona
La rete più diffusa in questo momento in Italia è quella di Progetto COWO, che prevede una serie di punti di coworking sparsi in tutta Italia e messi in rete, ovvero con le medesime caratteristiche di base, ma di diverso aspetto e collocazione. Il concetto di “rete” utilizzato nei sistemi biologici è alla base dello sviluppo sostenibile di una comunità. Implica concetti di interazione e cooperazione tra gli utenti di uno stesso spazio, che si conoscono, scambiano idee e possono far nascere nuove opportunità lavorative. La rete COWO conta attualmente 95 punti di coworking in 56 città. Durante il Fuori Salone a Milano, il punto Coworking nella zona Ventura di Milano Lambrate ha portato avanti l’iniziativa “free cowo”–“free wi-fi”, permettendo a turisti, designer e professionisti di usufruire gratuitamente di una postazione lavorativa e della connessione Internet, per diffondere l’idea di coworking e creare nuovi contatti.
PERCHÈ IL COWORKING?
Tanti buoni motivi per dire sì
Il coworking è ideale sia per liberi professionisti (giovani e non) che non vogliono lavorare soli e isolati, sia per persone che lavorano in gruppo, ma che vogliono mantenere contatti anche con diverse professionalità. Negli spazi di coworking ci sono anche aree per riunioni e per accogliere ospiti. Chiunque disponga di un ufficio può mettere in pratica il coworking, affittando una postazione a qualcuno, soprattutto se il suo spazio è molto grande e non viene condiviso con nessuno. D’altra parte, la condivisione dello spazio permette al proprietario del locale di ottenere un’entrata economica, e soprattutto di allacciare relazioni lavorative nuove ed innovative.
Innovazione sostenibile
Diciamocelo: il coworking è una forma lavorativa che ben risponde alle esigenze di oggi: flessibilità, risparmio, socializzazione; ed è una forma di innovazione nel mondo lavorativo, definibile a tutti gli effetti come “sostenibile”.
Alcuni Comuni hanno compreso l’importanza dell’iniziativa e danno addirittura un contributo economico ai coworkers (es. Comune di Milano). Esistono poi Ordini professionali come quello degli Ingegneri di Verona che affittano stanze per riunioni o postazioni lavorative all’interno della loro stessa struttura, per facilitare l’inserimento lavorativo dei giovani. L’idea dei punti di coworking in rete rende poi il tutto più smart: possibilità di interazione con persone geograficamente lontane, scambio di idee e di opportunità.
Fonte: Architettura Ecosostenibile