Ancora oggi, nel Ventunesimo secolo, i ruoli di maschi e femmine sono socialmente accettati come ben definiti e, soprattutto, diversi. La donna, in genere è quella che si prende più cura della casa, prepara da mangiare e accudisce i figli. L’uomo è quello che pensa al giardino – laddove c’è – alla manutenzione dell’auto a i piccoli lavori di manutenzione della casa… E, anche se vi è stato un incremento di uomini che aiutano nelle faccende domestiche, analizzando la tendenza attuale, gli esperti ipotizzano che le donne dovranno attendere fino al 2050 affinché anche gli uomini si prendano cura delle faccende “femminili”, dividendole al 50 per cento in coppia.
La resistenza ancora da superare – e che spiega il perché questo processo sia molto lungo e ne manchi ancora la metà – è l’idea radicata che certi lavori siano di spettanza femminile e altri di spettanza maschile. L’ostacolo è quindi culturale, perché “certi” lavori sono da sempre stati appannaggio delle donne; altri degli uomini.
Nonostante nel mondo occidentale vi sia ormai pari opportunità tra maschi e femmine per l’accesso all’istruzione e al mondo del lavoro, le donne assumono ancora un ruolo primario nelle faccende domestiche, fanno notare i ricercatori. La tendenza è tuttavia quella di un cambiamento: facendo parlare i numeri si è valutato che, in media, nel 1960 i minuti dedicati alle faccende domestiche dalle donne erano 360 al giorno; nei primi anni del 2000 sono scesi a 280. Per converso, i minuti dedicati ai lavori domestici da parte degli uomini erano 90 al giorno nel 1960 e sono aumentati a 148 al momento attuale. In effetti, piano piano, qualcosa sta cambiando. Staremo a vedere.
Fonte: lastampa.it