Stampa
Mercoledì, 21 Maggio 2014 07:49

“Donne che fanno la differenza” è il titolo dell’incontro organizzato dal Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Udine allo scopo di offrire alle donne dei modelli di riferimento invitando le aziende a farsi avanti per coltivare i talenti a disposizione…

Aperti dall'assessore regionale alle Finanze ed alle Politiche comunitarie, Francesco Peroni, e dal rettore dell'Ateneo friulano, Alberto Felice De Toni, i lavori sono iniziati all’insegna dell’interesse da parte del mondo politico e accademico nei confronti dei talenti femminili. “Le donne possono arrivare in alto e dare molto”: con queste parole ha esordito infatti lo stesso rettore De Toni osservando che il mondo dell’Università e della politica regionale hanno già dimostrato ampiamente questo dato di fatto. L'assessore Peroni ha anche  detto che la parità di genere “non è egualitarismo fine a se stesso ma è parte del principio di eguaglianza”, ricordando quanto abbia significato, in termini di ricaduta sociale e di avanzamento dei diritti della persona, il percorso d'integrazione avviato in ambito comunitario. In Italia – seppur in ritardo rispetto ad altri Paesi – la realizzazione della parità di genere sta facendo passi avanti anche grazie a una legislazione recente che “introduce in modo imperativo questo principio nell'assetto della governance di banche e società, con riflessi che si stanno vedendo anche in Friuli Venezia Giulia specie per quanto riguarda le partecipate regionali” ha aggiunto l’assessore.

Dopo queste premesse che hanno dato una valutazione rosea dell’attuale situazione di fatto nel Friuli Venezia Giulia, Marina Brollo, in qualità di direttore del dipartimento di Scienze giuridiche, ha presentato il bilancio sull'attività della "Banca dati dei Talenti femminili" dell'Università di Udine, un progetto finanziato da Regione, Fondazione Antonveneta e Confindustria Udine e “ideato per dare un'occasione di lavoro e di carriera alle donne, intrecciando le misure di diritto diseguale con la valorizzazione del merito”.

Continua a leggere su: Donna in Affari