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Mercoledì, 29 Gennaio 2014 09:47

Il Rapporto Consob On Corporate Governance of Italian listed Companies uscito nel mese di Novembre mostra che oggi il 17% dei posti di consigliere risulta ricoperto da donne (a fine 2011 erano il 7,4 per cento) e in 198 imprese (135 a fine 2011) almeno una donna siede in un consigli di amministrazione. Come si sottolinea nel rapporto, la diversità di genere è diventata una realtà diffusa: quattro consigli su cinque hanno entrambi i generi rappresentati. Questi numeri sono il risultato della legge 120/2011 (cosiddetta Golfo-Mosca) che ha introdotto in Italia l’obbligo temporaneo di rispettare un’equa rappresentanza di genere nei consigli di amministrazione e collegi sindacali delle società quotate e partecipate pubbliche. La quota di rappresentanza di genere è fissata al 20% per il primo mandato e al 33% per i successivi due. 

 Si tratta di una vera rivoluzione per le società italiane. La presenza di donne nei consigli di amministrazione delle società quotate è sempre stata molto bassa, ben al di sotto del 7% fino al 2011, circa un terzo di quella di paesi come la Finlandia (27%), la Svezia (25%) e la Francia (22%). Come già per altri paesi europei che hanno introdotto prima dell’Italia una legge sull’equa rappresentanza di genere, l’introduzione delle quote è stata essenziale per raggiungere una maggiore presenza femminile ai vertici delle società. 

Fonte: InGenere