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Mercoledì, 30 Settembre 2009 09:13

Riportiamo alcuni estratti dell’intervento di Paolo Angelucci, presidente di Assinform, che il 29 settembre ha presentato a Milano i risultati registrati dal mercato italiano dell’Information Technology nel 1° semestre 2009, confermati anche dall’Indagine Congiunturale Assinform sulle imprese associate

“La crisi che ha investito l’economia alla fine del 2007, si sta ormai rovesciando sull’Information Technology italiana in termini molto più pesanti e veloci del previsto”. 

“In sei mesi – ha spiegato Angelucci - la domanda di tecnologie informatiche  è diminuita del 9%, un risultato che rappresenta la peggiore performance semestrale dal 1991 a oggi. L’arretramento riguarda tutti i comparti dall’hardware al software, ai servizi, e tutti gli utilizzatori, dalle imprese, alla PA e alle famiglie. Le nostre stime sull’occupazione indicano che, con questo trend, a fine anno saranno 20.000 i posti di lavoro persi. Il quadro è allarmante: fotografa un Paese che sembra stia decisamente rinunciando a investire in innovazione e, di fronte alla crisi, si difende ripiegando su stesso. Ma così facendo stiamo anche allontanando i tempi della ripresa e restringendo il ventaglio delle possibilità di crescita della nostra economia.”

Per limitare i danni, soprattutto all’occupazione, Assinform propone alcune linee di intervento.
Le anticipiamo qui in breve.

La prima è rivolta alle banche, alle quali viene chiesto di rafforzare il credito all’innovazione.

Le altre soluzioni individuate coinvolgono invece le istituzioni:
• aumento della spesa pubblica già stanziata dalle amministrazioni, sotto forma di progetti, appalti, gare
• miglior utilizzo delle risorse già disponibili per la formazione, in particolare di inoccupati
• introduzione di incentivi per le imprese, destinati alla rottamazione dei vecchi software

Infine, Assinform chiede al Governo che si proceda con il finanziamento del progetto IT di Industria 2015, destinato a migliorare qualità e competitività del made in Italy tecnologico.

“L'IT che licenzia – conclude Angelucci - significa perdita di cervelli e di alte professionalità; il taglio di spese e investimenti in tecnologie informatiche significa arretramento nel processo di modernizzazione, abbassamento delle capacità competitive e di reazione dell'intera economia. Perciò, considerata l'estrema pervasività delle tecnologie informatiche, l'impatto della crisi che investe l'Information Technology va valutato ben al di là dei perimetri del settore, come un impoverimento qualitativo dell'intero Paese".

Per saperne di più: http://www.assinform.it/aree_sx/informazioni/comunicati/comunicato_primosemestre_2009.htm