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Giovedì, 05 Dicembre 2013 10:06

IoT, acronimo di Internet of Things, è la nuova frontiera dell’innovazione tecnologica: gli oggetti intelligenti sono interconnessi in modo da scambiarsi informazioni e ordini.
Entro il 2020 sono previsti 50 miliardi di macchine intelligenti, un numero estremamente più elevato di quello dell’intera popolazione mondiale.

 Lo scopo è quello di integrare fra loro i controlli automatici di strutture diverse (industrie, edifici, città, trasporti, sanità, agricoltura, ambiente) e renderne accessibili a distanza i sensori a operatori e pubblico. Software distribuiti “creano così una continuità virtuale fra oggetti fisici, l’ambiente e le loro rappresentazioni su Internet”. Ma Internet delle Cose porta con sé quesiti importanti: fino a che punto sono utili soluzioni così complesse per rispondere a semplici quesiti? Si riuscirà ad avere un impatto significativo anche a livello culturale? Come possono essere coinvolte industrie, scienziati e comunicatori in un unico ciclo di interattività?
In attesa di poterci collegare a miliardi di apparecchiature intelligenti, enti di prestigio come lo IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers), il CISCO, Telecom Italia e il CSIRO (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization), lavorano per lavorano al fine di migliorare il mondo IoT e la qualità della vita dei potenziali utenti di tutto il mondo.

Fonte: Il Caffè