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Lunedì, 02 Dicembre 2013 13:30

Ormai si è diffusa la consapevolezza che sia necessario innovare perché i nostri Sistemi regionali e il Sistema Paese siano competitivi. Ma a chi spetta questo compito?
Le opinioni in merito sono diverse: le grandi aziende hanno le risorse finanziarie necessarie all’investimento su prodotti innovativi, le Pmi rappresentano il substrato della nostra economia e le start-up innovative sono quelle che maggiormente sono dotate della giusta flessibilità e ideazione.

 L’Innovation Union Scoreboard del 2013, predisposto dalla Commissione Europea, colloca l’Italia in una posizione lontana dal podio degli Innovations Leaders, che sono Danimarca, Finlandia, Germania e Svezia, e anche dagli Innovations Followers, cioè Gran Bretagna, Francia ed Estonia, per citare alcuni esempi.
Un’ipotesi concreta è rappresentata dal possibile lavoro comune di aziende italiane e start-up innovative: in Italia vi sono infatti 7000 medie aziende che dispongono dei capitali necessari a finanziare le start-up e al contempo hanno modelli finanziari e manageriali già operativi su larga scala.
Si verrebbe così a creare un circolo virtuoso tra network e managerialità messi a disposizione delle imprese e capacità di innovare e di ideare da parte delle start-up.
E il Sistema Paese ne guadagnerebbe.

Fonte: Economyup