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Lunedì, 01 Luglio 2013 07:54

Alessia MoscaLa deputata del Pd e responsabile Ricerca e Innovazione tecnologica nella segreteria del partito: "L’Ict non sia più un capitolo a parte dell’economia"

"Il governo Letta ha fatto la scelta migliore a porre la responsabilità dell’Agenda digitale sotto la responsabilità di Palazzo Chigi”. Ne è convinta Alessia Mosca, deputata del Pd e responsabile Ricerca e Innovazione tecnologica nelle segreteria del partito. “La nomina di Francesco Caio a Mister Agenda Digitale è un’ottima notizia - sottolinea - Sono certa che la sua figura saprà dare una spinta determinante al progetto dell’Agenda Digitale e sarà centrale nella piena realizzazione del programma di e-government”.

Cosa la convince di più della nuova governance?

Finalmente si è data una risposta alla necessità di rendere più organiche alle scelte di governo tutte le strutture che si occupano di Agenda digitale: dalla cabina di regia fino all’Agenzia per l’Italia digitale, tutte trovano un responsabile diretto “dentro” Palazzo Chigi. Si tratta di una decisione che ha dato forma all’idea, oramai largamente condivisa, che l’Agenda digitale non può essere un capitolo a parte del programma economico ma una leva di rilancio che tocca tutti settori chiave del sistema Paese: la PA, la scuola, l’università, il lavoro. A questo punto resta da vedere se la governance saprà contribuire a realizzare politiche misurabili ed efficaci sul tema della digitalizzazione.

L’Agenda digitale è un compendio che contiene molte iniziative: dalla banda larga alla PA digitale, passando per la scuola, la giustizia e le start up. A suo avviso quali sono quelle a cui bisogna dare priorità?

Sicuramente a tutti gli obiettivi relativi alla banda larga, presupposto per far avanzare tutti gli altri progetti. L’Italia deve essere un Paese totalmente connesso: il digital divide è una pesante zavorra sul cammino dell’Agenda. Il Rapporto sullo stato di attuazione dell’ Agenda digitale negli stati membri, appena diffuso dalla Commissione europea, indica in maniera molto chiara la via lungo la quale procedere. Nonostante un’ottima copertura della rete internet sul territorio nazionale, addirittura al di sopra della media europea, la percentuale di cittadini che può usufruire di una connessione veloce è significativamente bassa: il 14% , a fronte della media europea del 53,8%. In un contesto siffatto, è necessario un lavoro in sinergia tra istituzioni nazionali ed europee per favorire gli investimenti su questo settore e permettere l’utilizzo della Rete al maggior numero di persone, non solo attraverso incentivi per la diffusione della connessione veloce ma anche offrendo ai cittadini opportunità di acquisizione di competenze e capacità necessarie. C’è poi tutto il tema relativo all’e-commerce… 

L’Agenda digitale non contiene misure specifiche sull’e-commerce.

È un “buco” non tollerabile a cui va rimediato al più presto. L’e-commerce è infatti uno straordinario volano di crescita e internazionalizzazione per le imprese, soprattutto quelle medie e piccole che sono l’anima del sistema produttivo italiano e che, grazie a Internet, possono attuare più facilmente strategie di internazionalizzazione. Infine c’è un tema che mi sta particolarmente a cuore, collaterale agli obiettivi prioritari previsti dal piano.

Quale?

Quello che chiamo “l’Agenda digitale rosa”. Io credo che una diffusione corretta dell’Ict nel nostro Paese - nelle imprese e nella pubblica amministrazione - possa aiutare a rilanciare le politiche di conciliazione per le donne e riportare finalmente l’Italia a livelli europei per quanto riguarda il tasso di occupazione femminile.

Fonte: Corriere delle Comunicazioni