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Martedì, 23 Marzo 2010 16:00

altÈ ormai crollo continuo per i prezzi sui campi di cereali (meno 11,5 per cento a febbraio scorso rispetto allo stesso periodo del 2009, con punte del 25 per cento per il grano duro), frutta (meno 22,3 per cento) e degli ortaggi (meno 13,2 per cento). È, invece, record di rincari per il gasolio agricolo che, in poco meno di tre mesi (da inizio gennaio 2010), è cresciuto di circa il 20 per cento. A lanciare l'allarme è la Cia-Confederazione italiana agricoltori fortemente preoccupata per una situazione sempre più drammatica per le imprese agricole del nostro Paese che vedono crescere le difficoltà di stare sul mercato e per molte di esse se non ci saranno concrete misure di sostegno c'è il fondato rischio della chiusura.


Il quadro dei prezzi agricoli all'origine - avverte la Cia - è estremamente negativo. Da più di un anno e mezzo si registra una caduta verticale. Tutte le produzioni sono, purtroppo, coinvolte. Per i costi contributivi e burocratici, al contrario, prosegue incessante la corsa al rialzo. La Cia stima che l'onere del rapporto azienda-macchina pubblica 'pesi' per il 30 per cento sul costo complessivo del lavoro per i piccoli e medi imprenditori. Un costo per le imprese agricole che supera i 3 miliardi di euro l'anno, di cui circa un miliardo addebitabile ai ritardi, ai disservizi e alle inefficienze della Pubblica amministrazione.

Lo stesso vale per i costi produttivi: per il gasolio agricolo, sull'onda dei consistenti aumenti del petrolio (un barile costa oltre 80 dollari), è una vera impennata. E i problemi per gli agricoltori, soprattutto per i serricoltori, sono cresciuti a dismisura dopo la reintroduzione dell'accisa che ha determinato quotazioni insostenibili.

Non è un caso che la Cia insista con vigore sull'esigenza di garantire il "bonus" gasolio non solo per le serre, ma anche per tutte le imprese agricole. È un'agevolazione indispensabile per cercare di frenare una scia di aumenti che, altrimenti, avrebbero un effetto devastante. Già nello scorso anno i redditi degli agricoltori sono stati tagliati di oltre un quarto (meno 25,3 per cento) e, senza alcuna misura di sostegno, c'è il fondato pericolo che a fine 2010 si riducano ulteriormente.


Fonte: Agenzia Giornalistica Italia
(articolo pubblicato il 22 marzo 2010)