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Venerdì, 08 Aprile 2011 10:42
L'Italia è stata pioniere sulle agevolazioni per le reti di impresa e si è mossa con tempismo con il fondo per le Pmi (Fondo italiano d'investimento) costituito a marzo 2010 su iniziativa del ministero dell'Economia. Rapida anche la nomina di un mister Pmi, sulla falsariga di quello insediatosi a Bruxelles presso la Commissione, ma prima di portare a casa risultati concreti il nuovo garante, Giuseppe Tripoli, dovrà attendere l'approvazione dello Statuto per le pmi che ne ufficializza i compiti.
Lo Statuto italiano per le pmi è stato presentato dal deputato Raffaello Vignali (Pdl) nel settembre 2009. Il testo arrivato al Senato ha perso alcuni tasselli importanti, come quello sulle procedure fallimentari, ma ha mantenuto l'assegnazione all'Antitrust di poteri in tema di ritardati pagamenti alle pmi da parte della pubblica amministrazione. Cesare Cursi, presidente commissione Industria del Senato e relatore del provvedimento, promette un esame in tempi rapidi ma non nasconde che, visti i possibili dubbi dell'Autorità sui lavori pubblici, i vantaggi alle pmi in tema di appalti potrebbero essere ridimensionati. Lo Statuto contiene anche la proroga di ulteriori 8 mesi per la delega sul riordino degli aiuti alle imprese. Un tema, quest'ultimo, delicatissimo: al ministero dello Sviluppo è vacante la poltrona di direttore agli incentivi e ieri l'Associazione dei soggetti responsabili dei patti territoriali e dei contratti d'area ha firmato un appello al ministro Romani per rimediare alla situazione di grave impasse. Un testo analogo è già stato varato da Parigi mentre la riforma degli incentivi alle imprese (la cui delega al governo è stata prorogata per la seconda volta) ha un precedente già operativo nel Regno Unito. Confronto sul tema con quanto accade in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna.

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