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Giovedì, 07 Marzo 2013 09:04
È stato varato il decreto del Ministero del Lavoro che prevede specifici premi per l'assunzione di lavoratori licenziati dalle PMI per giustificato motivo oggettivo. Perché diventi realmente operativo è necessario aspettare la pubblicazione del decreto e le modalità di applicazione dell'incentivo.
Di certo c'è che sono in arrivo 20 milioni di euro da destinare a questa misura: l'ammissione al contributo sarà gestita dall'INPS con procedura informatizzata e automatica, fino ad esaurimento fondi.
Con l'acuirsi della crisi sono state tante le PMI che si sono viste costrette a licenziare i propri dipendenti tramite licenziamenti che si configurano tra quelli per giustificato motivo per riduzione, trasformazione o cessazione di attività o di lavoro. Con il provvedimento, insomma, i lavoratori destinatari dell'incentivo non rischiano più di essere «spiazzati» nelle assunzioni rispetto ai lavoratori che possono essere iscritti nelle liste di mobilità, perché licenziati, con procedimento collettivo, da imprese con più di quindici dipendenti. Il lavoratore assunto dall'impresa dovrà rientrare tra quelli licenziati per giustificato motivo oggettivo nell'arco dei 12 mesi precedenti all'assunzione. Alle imprese che assumeranno dipendenti licenziati da piccole imprese per giustificato motivo oggettivo (GMO) a tempo indeterminato o determinato, anche part-time (in questo caso la cifra fissa mensile verrà riproporzionata) o a scopo di somministrazione, verranno erogati 190 euro al mese per un periodo di 12 mesi, in caso di assunzione a tempo indeterminato. Il medesimo importo è corrisposto per un massimo di 6 mesi in caso di assunzione a tempo determinato.
Il provvedimento nasce dal fatto che per il 2013 non era stata prorogata la possibilità di iscrizione nelle liste di mobilità dei lavoratori per giustificato motivo oggettivo per i quali non ricorrono le condizioni per l'attivazione delle procedure di mobilità. Di conseguenza, tali lavoratori rischiavano di essere svantaggiati rispetto ad altre categorie.

Fonte: Unione Artigiani della Provincia di Milano