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Martedì, 04 Settembre 2012 23:00
I costi La sola riduzione al 20% dell' aliquota più bassa costerebbe 15 miliardi
Monti: prima bisogna consolidare il risanamento
Il premier: giusto un fisco meno gravoso, ma no a promesse irrealizzabili.

ROMA - «Il carico fiscale sulle persone fisiche e sulle imprese in Italia è senz' altro eccessivo, ma in questo momento l' attenzione per il riequilibrio della finanza pubblica non può essere allentata». Il presidente del Consiglio Mario Monti, dalle vacanze svizzere in Engadina, fa sapere con una nota che il governo non ha allo studio, almeno per ora, una riduzione dell' Irpef. Intervento che segue a un articolo del quotidiano Repubblica, che annunciava in prima pagina: «Monti studia il taglio dell' Irpef». «Non ho voluto smentire il giorno stesso - spiega il premier in una nota diffusa da Palazzo Chigi- per non amareggiare il Ferragosto degli Italiani. Per serietà, devo però precisare che il governo non ha attualmente allo studio un provvedimento di questo genere».  Segue la considerazione sul carico fiscale, innegabilmente «eccessivo», che però non può essere alleggerito in questo momento di grave difficoltà economica dell' Italia e dell' Europa. Anche perché, solo un piccolo ritocco dell' aliquota più bassa dal 23 al 20% richiederebbe 15 miliardi (cinque miliardi circa per ogni punto). Dunque, per fare un intervento minimo e solo per le classi di reddito più basse bisognerebbe spendere quanto previsto per il calo del debito. «Fin dall' inizio del suo mandato - prosegue la nota - il governo, con il costante ed essenziale appoggio del Parlamento, pur avendo dovuto fronteggiare una grave emergenza, ha avviato riforme strutturali dell' economia e dello Stato che renderanno possibile conseguire un bilancio strutturalmente in pareggio (condizione per uno sviluppo economico e sociale sostenibile) pur con minori imposte. Un fisco meno gravoso è una sacrosanta esigenza per i contribuenti onesti. Renderlo concretamente possibile, senza fare promesse irrealizzabili, è un obiettivo tra i più importanti per il governo». Ma non è ancora tempo, non ci sono le condizioni perché si proceda al tanto atteso taglio delle tasse e la road map di fine legislatura non prevede misure simili: «Prima che la politica di risanamento e di riforma venga consolidata, se possibile anche con radici che ne rendano probabile la prosecuzione con i governi che verranno, iniziare a distribuirne i benefici (ad esempio riducendo l' Irpef) sarebbe prematuro. Quando una tale prospettiva verrà delineata e sarà considerata credibile anche dai mercati - conclude Monti - ipotesi di un minore carico fiscale saranno non solo auspicabili, ma concretamente realizzabili». La situazione, però, è meno grave di quanto appare, almeno secondo il governo: «Sono convinto che l' Italia ce la farà - dice il ministro allo Sviluppo Corrado Passera - scommetterei tutto quello che ho». E rassicurazioni arrivano anche dal sottosegretario all' Economia, Gianfranco Polillo: «Un dato positivo è quello sul fabbisogno: sta andando molto bene rispetto all' anno scorso. A luglio il calo è stato di un punto di Pil. È una cosa straordinaria se si considera la situazione. È un dato confortante che fa sperare che il peggio sia passato». E sulla spending review aggiunge: «Molti dei maggiori risparmi non sono stati quantificati e dunque i benefici si vedranno a consuntivo. La situazione finanziaria del Paese è a posto, la prospettiva è certamente meno tragica di qualche mese fa. Il punto verrà fatto con la legge di stabilità. Intanto Bondi sta facendo un nuovo approfondimento sulla spending review per vedere se sono possibili ulteriori misure di risparmio della spesa pubblica».

Trocino Alessandro
Fonte: http://archiviostorico.corriere.it